«Bimba soffocata, prove evidenti:
i genitori subito a processo»

«Bimba soffocata, prove evidenti: i genitori subito a processo»
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 23 Ottobre 2019, 06:30
2 Minuti di Lettura
Omicidio volontario e maltrattamenti in concorso, con queste accuse la procura di Nocera Inferiore, nella figura del sostituto procuratore Roberto Lenza, chiede il giudizio immediato per Immacolata Monti e Giuseppe Passariello, madre e padre della piccola Jolanda. La bimba, di otto mesi, morì nella notte tra il 21 e il 22 giugno scorso, nella sua casa di San Lorenzo a Sant’Egidio del Monte Albino.

L’iter scelto era nell’aria, visto il quadro probatorio messo insieme dagli inquirenti, con elementi di prova raccolti per i due genitori ritenuti evidenti ed idonei, per sostenere subito l’accusa in giudizio. Nell’enorme fascicolo messo insieme dalla procura, con indagini condotte dalla squadra mobile e dalla polizia del commissariato di Nocera, c’è anche l’autopsia effettuata sul corpo della piccola, che sarebbe morta per soffocamento, a causa di un cuscino premuto sul volto. Inoltre, ci sono le pronunce del Tribunale del Riesame, che confermò il carcere per entrambi i genitori, specificando le responsabilità della coppia, anche se distinte. Ed in ultimo, seppur non siano ancora note le motivazioni, il no della Cassazione alla scarcerazione di Imma Monti.

Quella sera, fu un’amica della madre, dietro sollecito di quest’ultima, ad allertare il 118 e a comunicare che la piccola non stesse più respirando. Il medico dell’ambulanza riscontrò sul suo corpo edemi, segni di bruciature, escoriazioni e lesioni di vario tipo. Oltre ad una lesione aftosa ulcerativa in bocca, che le avrebbe impedito di deglutire. Una circostanza che per la stessa accusa fu il frutto di almeno quindici giorni di maltrattamenti, commessi nei confronti della piccola. Per Imma Monti fu suo marito, Giuseppe Passariello, a ridurre la figlia in quel modo, che non fu mai curata adeguatamente, se non con metodi rudimentali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA