La maxitruffa delle card clonate:
sottratto un milione, tre arresti

La maxitruffa delle card clonate: sottratto un milione, tre arresti
di Paola Perez
Giovedì 11 Aprile 2019, 11:00 - Ultimo agg. 16:05
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La Guardia di Finanza di Salerno ha scoperto una maxi frode da oltre un milione di euro con carte di credito clonate. Blitz con sessanta militari della compagnia di Agropoli (comandante Ciro Sannino) e del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche di Roma su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vallo della Lucania: ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone e 18 perquisizioni, tra domiciliari e locali nei confronti di altri dieci indagati, residenti in provincioa di Napoli (nel Nolano e nell'area vesuviana), Avellino e Salerno. Nell'ambito dell'operazione sono stati sequestrati conti correnti, un'imbarcazione e tre autovetture di lusso: tra queste una Ferrari California Cabrio del 2009, valore 130mila euro.

In carcere Giuseppe Manzi, 43 anni, residente a Domicella (Avellino), Alessandro Lombardi, 43 anni, di  Mercogliano (Avellino) e  Emilio Ascoli, 30 anni, residente ad Agropoli: i primi due ufficialmente disoccupati e completamente sconosciuti al fisco, il terzo impegnato in lavori saltuari, soprattutto nelle vesti di body guard.  Le card sono state clonate con vari sistemi, dal phishing telefonico all'hackeraggio; in alcuni casi i dati dei correntisti sono stati acquistati sulla rete illegale del dark web al prezzo medio di 35 euro per carta di credito. Per ottenere informazioni, uno degli arrestati telefonava agli uffici anagrafe e ai call center di tutta Italia, fingendosi il titolare delle card o spacciandosi per maresciallo dei carabinieri.
 

Con le card clonate si compravano beni on line - barche, canoe, auto di lusso, arredi sanitari - per sfruttarli personalmente o rivenderli a prezzo di favore a parenti e amici. Un altro business consisteva nell'acquisto di  biy coin e schede di carburante da diversi gestori, sempre in internet. Ancora, si investiva nell'acquisto di pacchetti vacanze in una struttura alberghiera compiacente in Albania: all'hotel andava il 40%, il 20% al mediatore e il restante 40% agli ideatori della truffa.  I proventi della truffa venivano poi «ripuliti» con l'acquisto di ricariche telefoniche usate per chiamare un numero telefonico a pagamento intestato a una ditta «complice»; per questa operazione era stata assoldata ad hoc una centralinista.  

Le vittime del raggiro? Qualcuno se n'è accorto e ha denunciato. In maggioranza, però, sono ancora ignare del fatto che le loro card sono state clonate: gli autori della frode, infatti, sono riusciti perfino a modificare il numero di telefono utilizzare per segnalare all'intestatario della carta i movimenti con un messaggio alert. 
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