Bollette alle stelle, scontrini gonfiati. C'è chi lo ammette in maniera trasparente e chi lo lascia intendere. Ma, nonostante la comprensibile paura di perdere la clientela, di qui a pochi giorni, per la colazione al bar, l'aperitivo o una cena si dovrà spendere molto di più. «Prima di San Matteo il caffè al banco subirà un rincaro di venti centesimi annuncia Donato Giudice dell'Aisp, associazione imprese Salerno e provincia È questo quanto sta emergendo dal confronto con gli addetti ai lavori negli ultimi giorni. Ci sono delle remore, perché si sta tentando di andare verso un'azione collettiva, in modo che nessuna attività venga penalizzata. O tutti o nessuno, insomma, altrimenti sarà un disastro. Ma allo stato non vedo altre alternative, perché i costi si sono gonfiati per tutti. Ad agosto ho pagato 400 euro in più di luglio per la corrente, nonostante gli stessi consumi. E c'è chi si è visto recapitare bollette da brivido. Ma non è solo un problema legato all'energia continua Le materie prime sono schizzate, a partire dall'olio. Quindi se prima guadagnavo due euro per ogni panino venduto, ora se ne riesco a intascare 1,50 sono già fortunato. E la situazione peggiorerà». Quanto al settore food, «i rincari ci sono già stati ammette Giudice Nessuno lo ha sbandierato apertamente, ma i clienti se ne sono già ampiamente accorti. Del resto a meno che non ci sia un intervento serio del Governo, non vedo come un imprenditore del settore possa sopravvivere».
Sul piede di guerra l'Acs, associazione commercianti per Salerno presieduta da Generoso Russo: «A settembre scenderemo tutti in piazza e non pagheremo più le bollette. Siamo in contatto con tante altre associazioni sparse in Italia e ci seguiranno. Per una volta faremo da apripista perché la situazione è diventata intollerabile considerato che gli stipendi, per chi ancora li ha, sono rimasti inalterati. Lo vedo sulla mia pelle: i dipendenti mi hanno chiesto di pagarli prima perché non riescono ad arrivare alla fine del mese. E lo stesso è per i clienti». Gli aumenti ci sono stati, «ma da cinquanta centesimi a un euro. Se prima un panino veniva a fare otto euro, ora lo si paga nove. La birra da 4,50 a cinque euro. Di più è impossibile perché altrimenti resteremo vuoti a guardarci in faccia. Ma chi pagherebbe una Margherita venti euro? Eppure questo dovremmo fare per sopravvivere in una situazione del genere.
Lo conferma un'indagine realizzata da Confesercenti in base alla quale a pagare la bolletta più salata saranno le imprese del comparto della ristorazione, che si troveranno a spendere a parità di consumi quasi 2 miliardi di euro in più (+1.944 milioni), mentre per i bar e le altre attività senza cucina l'aggravio sarebbe di poco più di un miliardo di euro (+1.045 milioni). I rincari avranno un effetto negativo anche sui consumi. Bollette e inflazione stanno spingendo le famiglie a ridistribuire il budget, in un quadro condizionato dall'aumento delle spese fisse. La quota di spesa media mensile impegnata dalle spese di casa e dalle utenze (abitazione, acqua, elettricità e gas), passa dal 37,4% del 2021 al 38% del 2022, e anche l'incidenza della spesa per trasporti aumenta di 0,7 punti.