Lite al seggio con un agente:
il caso Bonavitacola in Parlamento

Lite al seggio con un agente: il caso Bonavitacola in Parlamento
di Petronilla Carillo
Sabato 30 Settembre 2017, 07:40 - Ultimo agg. 10:10
2 Minuti di Lettura
Durante la campagna elettorale per le politiche, Fulvio Bonavitacola, allora deputato, aveva avuto un contraddittorio con un agente della polizia penitenziaria in servizio di vigilanza elettorale. Il «come si permette di entrare nel seggio?» detto dall’uomo in divisa, l’allora parlamentare Pd non lo digerì molto iniziando a lamentarsi e ricordando all’agente il suo ruolo istituzionale. Era il 23 febbraio 2013 ma quell’alterco tra i due è finito ieri in un’aula del tribunale. L’assistente della polizia penitenziaria, ritenendo che il deputato lo aveva offeso nel suo onore, lo ha difatti querelato e il gip, accogliendo l’istanza della parte lesa, ha rinviato a giudizio Bonavitacola. 

Ieri mattina la prima udienza dinanzi al giudice monocratico. Ma il processo rischia ora di diventare un caso di giurisprudenza. Il legale di Bonavitacola, l’avvocato Carlo Di Ruocco ha difatti sollevato una eccezione dinanzi alla quale il magistrato si è riservato, prendendo tempo, e fissando al prossimo luglio una nuova udienza durante la quale sarà anche sciolta la riserva. Secondo Di Ruocco, che si è appellato all’articolo 68 comma 1 della Costituzione, l’allora deputato godeva della insindacabilità del fatto contestato proprio per il suo ruolo di parlamentare e perché in quello stesso ruolo, e in quella circostanza, Bonavitacola aveva anche poteri di controllo e vigilanza. 

Una eccezione che ora apre la strada o ad un accoglimento, con pronuncia immediata di proscioglimento dalle accuse per l’imputato, oppure l’invio del fascicolo alla Camera dei Deputati da parte del giudice per accertare se l’azione contestata all’allora deputato integri o meno opinione espressa nell’esercizio delle sue attribuzioni.
© RIPRODUZIONE RISERVATA