Capaccio Paestum, picchiava la moglie davanti al figlioletto: la condanna a 2 anni e 8 mesi è definitiva

Dopo il mancato ricorso in Cassazione è passata in giudicato la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Salerno lo scorso 6 dicembre e depositata il 3 febbraio

Il palazzo di giustizia di Salerno
Il palazzo di giustizia di Salerno
di Antonio Vuolo
Sabato 15 Aprile 2023, 07:00
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Aveva picchiato la moglie davanti al figlioletto. Pena definitiva a 2 anni e 8 mesi, per mancato ricorso in Cassazione, per il 59enne, originario di Altavilla Silentina e residente a Capaccio Paestum, colpevole di maltrattamenti in famiglia. È passata in giudicato, dunque, la sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Salerno lo scorso 6 dicembre e depositata il 3 febbraio. Il 59enne, assistito dall’avvocato Antonio Miano, aveva, durante la convivenza coniugale, anche alla presenza del figlio, poi deceduto, sottoposto a percosse, ingiurie e minacce la coniuge, una 53enne rappresentata dall’avvocato Ciro Vicidomini.

«Il passaggio in giudicato della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Salerno - ha commentato l’avvocato Vicidomini ai microfoni dell’emittente locale StileTv - cristallizza, oltre ogni ragionevole dubbio, l’esatta dinamica dei fatti di causa ascritti nel capo d’imputazione e di cui è stata vittima la persona offesa. Sul punto ritengo doveroso precisare - aggiunge il legale - attese le precedenti considerazioni formulate dal difensore dell’imputato che tacciavano maldestramente l’onorabilità e la credibilità della mia assistita, che dall’analisi del corredo motivazionale della sentenza ut supra emerge per tabulas che la ricostruzione dei fatti offerta dalla mia assistita è stata vagliata positivamente da ben due autorità giudiziarie, ritenendola pienamente attendibile e non smentita dalle molteplici censure di controparte». La sentenza di primo grado, nel 2022, aveva già condannato l’uomo a 3 anni di reclusione ed al pagamento delle spese processuali, con l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, ora riformata definitivamente dalla pronuncia della Corte d’Appello.

Per la donna è la fine di un vero e proprio incubo.

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