Buche, erbacce e topi, il Lungomare
a ostacoli: «Ormai è impraticabile»

Buche, erbacce e topi, il Lungomare a ostacoli: «Ormai è impraticabile»
di Barbara Cangiano
Giovedì 1 Settembre 2022, 07:28
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Passeggiarci è diventato impraticabile perché è pieno di buche e si corre il rischio di inciampare tra alberi divelti oltre che di fare lo slalom tra blatte e topi. Sedersi sulle panchine è un'operazione ancora più complicata. E non solo perché in molti punti sono danneggiate, con le spalliere rotte e pericolanti, ma in particolare perché la vegetazione, in diversi punti, ha mangiato tutto lo spazio disponibile, diventando ricettacolo di immondizia.

Si presenta così, e già da diverso tempo, il lungomare Trieste, con l'unica eccezione del solarium di Santa Teresa dove, anche grazie alla cura posta dai gestori del chiosco, c'è maggiore pulizia. Per il resto, il biglietto da visita offerto è dei peggiori. Le foto delle aiuole incolte, trasformate in discariche, delle fontanine arrugginite e non funzionanti e della pavimentazione dissestata in più punti, hanno fatto il giro dei comitati di zona, che rivendicano un intervento urgente di manutenzione per uno dei pochi spazi pubblici, in centro città, dove potersi riunire, passeggiare, godere della vista mare.

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«In certi punti il mare non solo non lo vedi, ma non vedi altro che desolazione - commenta Marina Pisaturo - Ci venivo ogni mattina a fare jogging, adesso ho deciso di spostarmi altrove perché incontrare ratti di grosse dimensioni non è certo piacevole, né di giorno e né di sera». C'è chi aveva l'abitudine di andarci con i bambini ed è stato costretto a rinunciare: «È da tempo impraticabile - sbotta Marcella Fiorillo - Il rischio che un bambino piccolo possa farsi male o prendersi qualche malattia è alto perché ci sono ringhiere arrugginite, panchine rotte, dalla vegetazione spunta qualsiasi cosa. E non parlo solo di insetti, ma anche di immondizia che gli incivili lasciano lì a marcire sotto il sole. Non so come sia potuto capitare, ma abbiamo raggiunto livelli altissimi di degrado». A puntare il dito c'è anche Dario Renda del comitato territoriale Salerno Mia: «Ci sono buche disseminate ovunque, alberi caduti, rifiuti, topi, blatte e tantissime vespe orientalis che sono anche particolarmente pericolose. La strada è sconnessa, il verde totalmente abbandonato - denuncia - E questo dovrebbe essere il vanto di Salerno? Uno dei lungomari più spaziosi d'Italia è diventato oggi la carta di identità del dissesto per colpa di una classe dirigente che ha dimostrato la sua totale incapacità di gestire una città. Sono pochi quelli che hanno veramente a cuore le sorti di un luogo ormai in totale abbandono».

Nelle aree limitrofe poi ai Mc Donalds, sia in centro che nella zona orientale, è tutto un fiorire di cartacce, sacchetti di cartone, scarti alimentari, bottiglie e bicchieri, lasciati in giro dove capita, in particolare durante il fine settimana. C'è infatti poco da sorridere anche andando oltre i confini di piazza della Concordia. Da Torrione a Mercatello lo scenario è addirittura peggiore, come conferma Lidia Rescigno: «A Pastena devi camminare con gli occhi rivolti a terra perché ogni mezzo metro ci sono escrementi di cani e bottiglie rotte. Se, come nel mio caso, un cane ce l'hai, il tutto si fa ancora più avventuroso, perché devi fare attenzione affinché non ingerisca schifezze che abbondano lungo tutta la passeggiata». E poi c'è il problema delle radici degli alberi: «Ci sono punti a Mercatello dove la pavimentazione non esiste più - racconta Marco Nunziata - O meglio, quel che resta è un pericolo per chi ci cammina senza prestare la dovuta attenzione. C'erano tanti progetti ambiziosi di riqualificazione del litorale e il ripascimento ci aveva fatto ben sperare in una seria intenzione dell'amministrazione di ridare dignità alla zona orientale. Poi è come se si fosse bloccato tutto di colpo e questo non va affatto bene. Fatta eccezione per pochi tratti, dove i gestori dei locali provvedono direttamente alla pulizia, le condizioni del lungomare sono pietose. E infatti non ci si vede quasi più nessuno, mentre era uno sfogo importante per gli anziani, ma anche per i giovani e le famiglie con bambini. Perché non immaginare aree dedicate allo sport di cui c'è tanto bisogno? In moltissime città italiane ed europee questo accade da tempo».
 

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