Cacciatore ucciso durante una battuta: il fratello indagato per omicidio

Cacciatore ucciso durante una battuta: il fratello indagato per omicidio
di Pasquale Sorrentino
Lunedì 18 Dicembre 2017, 10:34
3 Minuti di Lettura

SALA CONSILINA - Un cinghiale attraversa i cespugli, si sente il rumore della corsa dell'animale, poi dei rami che si spezzano al suo tragitto spaventato. I cani annusano la scia. È un attimo: un cacciatore, un 25enne di Sala Consilina, alza la carabina ed esplode un colpo.

È in atto una battuta di caccia a cinghiale, ci troviamo su Sito Alto, la montagna più alta di Sala Consilina. La squadra è collaudata, affiatata, sono quindici persone circa che da tempo cacciano insieme. Amici uniti dalla passione per la caccia. Alcuni sono parenti tra di loro. Amici da una vita. Tutto è segnalato e si svolge nel rispetto delle norme sulla caccia al cinghiale. Ma c'è qualcosa che non va. Il colpo viene esploso ma il cinghiale continua correre. Ancor più veloce, ancor più spaventato dal botto della carabina.

Forse si sente un urlo. Il colpo manca l'ungolato e termina, purtroppo, la sua mortale corsa conficcandosi nel petto di Pietro Pica. Sono le 15.30 circa di ieri pomeriggio. La tragedia si consuma in un attimo. A esplodere il colpo, secondo una prima ricostruzione fornita dagli inquirenti, è il fratello della vittima. Un tragico incidente di caccia. Pietro Pica, a 34 anni, muore sul colpo. Ovviamente ulteriori accertamenti saranno portati avanti dall'autopsia, che nella tarda serata di ieri ancora non era stata disposta ma che verrà effettuata.

Il corpo di Pietro, un elettricista sorridente e ben voluto, giace a terra. La disperazione avvolge i suoi compagni di caccia. Vengono chiamati i carabinieri della Compagnia di Sala Consilina. Sul posto arrivano gli inquirenti guidati dal capitano Davide Acquaviva. Il cadavere dell'elettricista, sposato con una ragazza originaria di Polla e padre di tre figli, tutti piccolissimi, è ancora sul posto, tra cespugli e sangue. Tra lacrime e disperazione. Viene sequestrata l'arma usata dal cacciatore 25enne e tutti gli uomini vengono ascoltati per ricostruire quanto avvenuto.
 
Da quanto trapela sembra che sia stato proprio il fratello di Pietro Pica a esplodere il colpo. Risulta essere indagato per omicidio colposo. I carabinieri avviano gli accertamenti, vengono calcolate tutte le misure del caso e ascoltati i partecipanti alla battuta di caccia. Il corpo di Pietro Pica viene trasportato all'ospedale «Luigi Curto» di Polla solo in tarda serata e adagiato nella sala mortuaria. Al nosocomio è subito un via vai di amici e parenti. Si respira la disperazione, la sofferenza per la tragedia. Tragedia resa - se possibile - ancor più grave dal fatto che a uccidere Pietro sia stato il fratello.

Pietro era amato e ben voluto a Sala Consilina. Lavorava come elettricista sia nel Vallo di Diano che in Basilicata e le sue passioni più grandi erano la caccia e la montagna. Oltre ai suoi cani. Prima di tutto però veniva la sua famiglia: la moglie ed i tre figli. La moglie è giunta sul luogo della tragedia poco dopo ed è stato un ulteriore momento di dramma nel dramma. Commozione e lacrime, urla e disperazione. E il cuore di amici e compaesani, di altri cacciatori e di parenti si è colmato di tristezza. Ulteriori accertamenti saranno disposti nei prossimi giorni da parte dei carabinieri e per la data dei funerali occorrerà aspettare che venga effettuata l'autopsia e quindi che il magistrato dia il nulla osta.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA