Clan e politica: un altro pentito
accusa Aliberti, ex sindaco Scafati

Clan e politica: un altro pentito accusa Aliberti, ex sindaco Scafati
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 14 Novembre 2018, 16:54
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SCAFATI - Sugli affari presunti tra l'ex sindaco Aliberti e la camorra ha parlato anche Massimo Fattoruso. I verbali del 47enne collaboratore di giutsizia, ex affiliato al clan Aquino-Annunziata, sono stati depositati settimane fa dal sostituto procuratore, Vincenzo Montemurro, al collegio del presidente Raffaele Donnarumma che sta celebrando il processo Sarastra. Al pm Antimafia, Fattoruso spiegò di conoscere Aliberti dal 2004, periodo di elezioni provinciali. In quell'occasione, il suo clan avrebbe dato il proprio contributo:«Oltre a Scafati, io personalmente chiesi aiuto a Cava de’ Tirreni ai Bisogno, in particolare a Stefano Bisogno. Fu tra i primi non eletti, però le elezioni non andarono bene». Quella collaborazione sarebbe stata precedente all'apertura di una ditta di onoranze funebri: «Quando è nata la società ci ha dato una mano proprio Aliberti. Mi sono rivolto a lui, quando era consigliere comunale, a prescindere di tutta la documentazione. C’era un contratto fatto tra il Comune di Scafati e Cesarano. Come dire, una sorta di monopolio. La liberalizzazione sarebbe diventata effettiva nel 2007, ma c’era una legge già applicata in altre città, tipo Capaccio Paestum, che diceva che per ogni 10mila abitanti ci poteva essere un’onoranza funebre. Quindi noi non potevamo aprire e mi rivolgo dunque ad Aliberti per sapere precisamente tutta questa situazione come stava e come si poteva aggirare. Lui si fa consegnare tutta la documentazione dal responsabile dell’ufficio commercio e ce la consegna in modo da farla vedere pure all’avvocato. Mi diede anche una sentenza del Tar riguardante Capaccio e mi disse: Guarda, ci sta questa agenzia che avuto lo stesso problema, il Tar gli ha dato ragione».

Il pentito ha poi parlato anche del fratello dell'ex sindaco, Nello Aliberti, anche lui imputato nel processo che ipotizza uno scambio elettorale politico-mafioso con il clan Loreto-Ridosso: «Con Nello ho visto Michele Matrone, figlio di Franchino. Li ho incontrati al bar Nappo ed erano in atteggiamenti confidenziali», ha raccontato ai magistrati il pentito. «Erano molto amici. Ho incontrato Nello anche in un altro bar, in via Passanti. In quel bar, proprio quel giorno, avevamo appuntamento io, Giancarlo Fele e Antonio Viscardi. Quest’ultimi avevano un appuntamento con Nello Aliberti». Il motivo sarebbe riconducibile a dei soldi da versare per un lavoro: «Viscardi gli doveva una mazzetta, ha detto riferendosi al fratello dell’ex sindaco, «per un lavoro fatto a livello edile perché, bene o male, diciamo gli Aliberti facevano prendere i lavori al Viscardi e loro, comunque, nell’ambiente sono vicino ai Matrone». Nei verbali, Fattoruso parla anche dell'ex consigliere comunale Roberto Barchiesi, anch'egli imputato a Nocera Inferiore: «Mi disse espressamente che alle elezioni era stato appoggiato dai Loreto-Aliberti, ma non aveva buoni rapporti con Aliberti nonostante la sua candidatura fosse a sostegno dell’allora primo cittadino». Negli anni a venire, Fattoruso fu detenuto, non potendo più riferire sul susseguirsi degli eventi. I verbali sono ora a disposizione del collegio giudicante di Nocera Inferiore. 
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