«Camorra e politica», nuovo no
al carcere per ex vicesindaco Cava

«Camorra e politica», nuovo no al carcere per ex vicesindaco Cava
di Nicola Sorrentino
Sabato 24 Agosto 2019, 14:22
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CAVA DE' TIRRENI - «Compressione dei diritti di difesa». Non sufficienti tre ore per confutare «adeguamente gli ulteriori elementi» prodotti dall'Antimafia. Con queste motivazioni la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell'ex vicesindaco di Cava de' Tirreni, Enrico Polichetti, rinviando la discussione ad una nuova udienza, e respingendo contestualmente la richiesta di arresto della Dda, che aveva passato anche il vaglio del Tribunale del Riesame di Salerno. Quest'ultimo si era pronunciato lo scorso 15 aprile. Ora sono pubbliche le motivazioni della Suprema Corte, chiamata a vagliare gli elementi della Procura, che accusa Polichetti di scambio elettorale politico-mafioso, in concorso con il boss Dante Zullo. Accuse per le quali lo stesso è ora sotto processo, al tribunale di Nocera Inferiore. Il ricorso era stato presentato dall'avvocato di fiducia di Polichetti, il legale Marco Salerno. Dove venivano contestati i nuovi elementi portati dal pubblico ministero in udienza, sui quali il tribunale del Riesame aveva concesso una sospensione di tre ore per permettere alla difesa di analizzare e confutare il tutto. Ma il legale di Polichetti aveva evidenziato un vizio nell'esplicazione del contraddittorio. La documentazione della pubblica accusa raccoglieva tabulati telefonici, contatti di Polichetti con altre persone, mail e messaggi, a testimoniare i rapporti dello stesso, pur dopo aver dato le dimissioni da vicesindaco una volta raggiunto da avviso di garanzia. Al contrario, la difesa dell'ex politico - attraverso annotazioni scritte poi ritenute irrilevanti e non riscontrate dai giudici - aveva invece replicato spiegando che si trattava di «relazioni amicali» con persone non più impegnate in attività amministrative o politiche.

I giudici della Suprema Corte hanno accolto il ricorso di Polichetti, spiegando che in quell'udienza il Riesame aveva «privato la possibilità alla difesa di confutare adeguamente gli ulteriori elementi prodotti dal pm». La stessa aveva avuto a disposizione solo tre ore, con tanto di sospensione. Oltre a confutare i nuovi elementi, il difensore di Polichetti aveva allegato documentazione che attestava l'incompatibilità carceraria per l'ex vicesindaco, legata al suo stato di salute. La richiesta di arresto per il politico era stata già respinta dal gip, in fase d'indagine preliminare e poi una prima volta, dalla Cassazione. La posizione di Polichetti e quella del boss Dante Zullo è stata, di recente, unita a quella di altri imputati, in un unico procedimento dinanzi al collegio del tribunale di Nocera Inferiore. Secondo il prospetto accusatorio, Polichetti avrebbe permesso favoritismi nell'organizzazione della Festa della Pizza. Ad accusarlo c'è un collaboratore di giustizia, Giovanni Sorrentino, in passato nell'orbita del gruppo Zullo. Il Tribunale del Riesame, alla luce di quanto deciso dalla Cassazione, dovrà ora ridiscutere nuovamente - seguendo le indicazioni della Suprema Corte - la richiesta di arresto della Dda.  
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