«Camorra e politica a Scafati»,
ex consigliere: «Mai ricevuto minacce»

«Camorra e politica a Scafati», ex consigliere: «Mai ricevuto minacce»
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 10 Febbraio 2021, 19:32 - Ultimo agg. 20:06
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SCAFATI. «Non ho mai saputo della presenza di esponenti del clan Loreto-Ridosso a comizi elettorali, nè di incontri con il sindaco Aliberti. Non ho mai ricevuto minacce durante la campagna elettorale, che fu certamente molto dura». Questo ha spiegato questa mattina, a Nocera Inferiore in tribunale, l'ex consigliere comunale di opposizione Vittorio D'Alessandro.

Sullo sfondo c'è il processo "Sarastra", il cui impianto accusatorio verte su di un presunto patto elettorale tra l'ex sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, con il clan Loreto-Ridosso per le elezioni amministrative del 2013 e per le regionali del 2015. D'Alessandro è stato sentito in qualità di testimone della Procura Antimafia. Nel 2014, un anno prima, la Dda aveva avviato l'indagine dopo l'esplosione di una bomba sotto casa del consigliere comunale, in quota Pd, classificandolo come un atto di intimidazione. L'episodio marcò il clima rovente che si respirava a Scafati in quel periodo, a cavallo delle elezioni.

Tuttavia, in aula, dinanzi al collegio presieduto dal giudice Apicella, D'Alessandro ha spiegato di non aver registrato la presenza durante la campagna elettorale, specie nei comizi, di esponenti del clan Loreto-Ridosso, a domanda del pm. Nè di aver ricevuto minacce di alcun tipo.

Nell'ipotesi dell'Antimafia, dopo lo scoppio di quell'ordigno, si pensò che il gesto fosse da collegare al fatto che D'Alessandro fosse oppositore politico di Aliberti. Nessun tipo di riscontro è stato trovato, a riguardo. Il processo si è aggiornato al prossimo 7 aprile, con la pubblica accusa che ha chiesto di sentire un nuovo collaboratore di giustizia, Massimo Fattoruso, 47enne. Il collegio si è riservato e deciderà nella prossima udienza. L'accusa ha rinunciato, inoltre, ad ulteriori testimoni. Ne restano solo 13, che saranno sentiti nelle prossime due udienze. Nel processo sono imputati, oltre all’ex sindaco Aliberti, anche altre persone, come la moglie Monica Paolino, il fratello Nello Aliberti, l’ex staffista Giovanni Cozzolino, l’ex consigliere Roberto Barchiesi, Ciro Petrucci, ex vicepresidente Acse ed Andrea Ridosso. Nel collegio difensivo ci sono gli avvocati Silverio Sica, Giuseppe Pepe, Gregorio Sorrento e Roberto Acanfora. 

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