Movida ancora al centro delle polemiche, tra presunto mancato rispetto delle normative Covid e la necessità, per gli imprenditori del settore, di mettere un po’ di fieno in cascina dopo il lungo periodo di stop e la sostanziale inconsistenza dei ristori previsti per il comparto. Questa volta ad attizzare il fuoco è la giornalista Selvaggia Lucarelli che, attraverso i suoi profili social, ieri mattina ha lanciato in rete video ed immagini che immortalano alcuni attimi della serata, svoltasi sabato sera al Dolce Vita, in cui era protagonista il rapper Geolier. Immagini in cui si vede l’entrata in scena dell’ospite della serata, alcuni frame dell’esibizione e dove ci sono ragazzi ammassati. Dall’altra parte c’è il patròn del Dolce Vita, Armando Mirra, che rispedisce al mittente le accuse perché, spiegherà in un lungo confronto, che «sono stati attimi, imprevedibili» e che «la situazione è immediatamente rientrata, sono sereno rispetto al modo di lavorare mio e del mio staff».
Ma andiamo con ordine: la bomba viene lanciata dalla Lucarelli che, postando le immagini, denuncia: «Ho ricevuto decine di video da tutta Italia di locali che diventano discoteche mentre il governo fa finta di discutere se riaprirle ma col green pass(in realtà si stanno preoccupando di quei 4 fessi che le tengono chiuse per rispettare le regole). Questo era il Dolcevita ieri sera a Salerno, la città di De Luca. Come da locandina – prosegue - doveva essere un concerto a capienza limitata. Tutto questo è un insulto a chi organizza concerti tra mille limitazioni, a chi ha la discoteca con i sigilli da 18 mesi, a chi deve mettersi una mascherina anche per entrare in un bar solo a prendersi un caffè. Detesto dover fare retorica, ma davvero, non può essere sempre il paese che premia i furbi, soprattutto in un momento in cui ci sentiamo tutti vittime di una grande ingiustizia. P.s.: i giornali non lo raccontano, tutti a far finta che le discoteche siano chiuse, finchè non riapre Briatore ovviamente». La rete si scatena: piovono critiche ed accuse sui profili social sia del Dolce Vita che su quelli della Lucarelli. Ma la storia raccontata da Armando Mirra, che nel settore lavora da oltre trent’anni, è ricca di dettagli che, per forza di cose, i video non potevano certo restituire a chi li ha guardati, poche ore dopo il concerto del rapper. «Mi spiace che in Italia lo sport nazionale sia la critica all’altro senza chiedere conto e ragione di azioni e comportamenti – ironizza – spiace soprattutto che basta postare un video in rete per raccontare tutto ciò che è accaduto durante una serata intera.