Carcere di Fuorni, è allarme acariasi:
«Detenuti e poliziotti abbandonati»

Carcere di Fuorni, è allarme acariasi: «Detenuti e poliziotti abbandonati»
di Petronilla Carillo
Sabato 1 Ottobre 2022, 09:00
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È passata ormai una settimana da quando, presso il carcere di Fuorni, un detenuto ha avuto una infezione cutanea che ha costretto la direzione alla chiusura (con evacuazione) della cella in attesa di sanificazione e al trasferimento in isolamento del malcapitato. Ora, a distanza di sette giorni, sulle vicenda interviene il sindacato Sappe con una nota nella quale viene espressa «grande preoccupazione in carcere a Salerno, tra i poliziotti penitenziari e gli stessi detenuti, per un focolaio di sospetta acariasi, una dermatosi prodotta dagli acari, tra le sbarre».

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria esprime nella nota il proprio «sdegno» perché, «nonostante le reiterate richieste, nessun dermatologo si è ancora visto in carcere». Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, «la promiscuità nelle celle favorisce la diffusione delle malattie, specie quelle infettive, anche tra il personale della penitenziaria che vive e lavora, 24 ore al giorno, nella prima linea delle sezioni detentive.

Se si considera che un terzo della popolazione detenuta è straniera, autorevoli consessi impegnati nella sanità in carcere, come la Simpse, hanno constatato che con il collasso di sistemi sanitari esteri e con il movimento delle persone, si riscontrano nelle carceri tassi di tubercolosi latente molto più alti rispetto alla popolazione generale». «Se in Italia - continua Capece - tra la popolazione generale si stima un tasso di tubercolosi latenti, cioè di portatori non malati, pari al 1-2%, nelle strutture penitenziarie ne abbiamo rilevati il 25-30%, che aumentano ad oltre il 50% se consideriamo solo la popolazione straniera». Capece ricorda come l'epatite C sia tuttora l'infezione maggiormente presente nella popolazione detenuta in Italia. Per il Sappe, dunque, «è indispensabile monitorare costantemente la questione e predisporre ogni utile intervento a tutela dei poliziotti e degli altri operatori penitenziari».

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Una denuncia, quella del Sappe, in linea con il rapporto diffuso questa estate dall'associazione Antigone: in un terzo degli istituti non sono garantiti gli spazi per i detenuti. Il report, ovviamente, riguardava il peggioramento delle condizioni di vivibilità con il caldo ma - conseguenziale - è anche quello relativo alla situazione sanitaria. Secondo Antigone, nel 58% delle celle non c'è la doccia (anche se il regolamento penitenziario del 2000 prevedeva che ci fossero docce in ogni camera entro il 20 settembre 2005) e nel 44,4% degli istituti ci sono celle con schermature alle finestre che impediscono il passaggio di aria, cosa questa che favorisce anche la più semplice trasmissione delle infezioni. 

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