Ucraina, i nove bambini di Castellabate
costretti a tornare a Kiev sotto le bombe

Ucraina, i nove bambini di Castellabate costretti a tornare a Kiev sotto le bombe
di Antonio Vuolo
Domenica 2 Ottobre 2022, 12:00
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Dima è uno dei nove bambini ucraini orfani arrivati a Castellabate nel mese di marzo da Cerkasy, città a sud-est di Kiev. A sei mesi dal suo arrivo nel paese di Benvenuti al Sud, rientra in Ucraina, nonostante la sua volontà di restare nel Cilento, dove ha trovato accoglienza ed ospitalità presso la famiglia di Nicoletta Guariglia, giovane imprenditrice locale e da pochi mesi anche assessore del Comune cilentano.

«Come può uno Stato in guerra affermare che un lembo di terra è al sicuro? Come può uno Stato in guerra sapere dove un missile colpirà oggi?» si chiede da giorni Nicoletta.

Non ha sortito gli effetti sperati neppure l'udienza straordinaria davanti dal Tribunale dei Minori di Salerno da parte del giovane Dima, che ha più volte palesato il desiderio di rimanere in Italia. Ma non può, così come non possono gli altri ragazzini ucraini, di età compresa tra i 9 e i 15 anni, giunti a marzo nel Cilento. Il Consolato ucraino in Italia ha, infatti, comunicato che la situazione nella loro regione di provenienza è tranquilla, ragion per cui i nove giovani devono rientrare con la loro tutrice ucraina presso la casa-famiglia di Cerkasy. «Sono arrivati qui spaventati, affamati, dopo cinque giorni di viaggio, solo con uno zainetto sulle spalle - ricorda l'assessore Guariglia - Dopo una prima accoglienza in una struttura, la tutrice ucraina e i servizi sociali li hanno affidati a famiglie disposte ad accoglierli, tra cui la mia. I ragazzi hanno iniziato una vita normale, tra scuola e amici, non vogliono andarsene».

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Un mese fa circa, infatti, è tornata in Italia la loro tutrice ucraina per avviare le pratiche burocratiche per il ritorno a casa. Nel frattempo, però, anche in Italia è stato nominato un tutore legale dal Tribunale dei Minori di Salerno per seguire la storia dei nove ragazzini orfani ucraini. Ma la risposta del Consolato ucraino in Italia è stata secca: la regione è sicura, i bambini devono rientrare. A nulla è valsa, finora, neppure la loro volontà di restare in Italia. «Dopo qualche mese di burocrazia, purtroppo, arriviamo alla conclusione che devono rientrare in Ucraina - aggiunge, amareggiata, Nicoletta, che ha scritto anche una lettera al giovane Dima - siamo impotenti dinanzi a una partenza imminente, decisa, predisposta e motivata da chi ha decretato il vostro Paese sicuro, anche se le bombe continuano a esplodere qualche km più in là». All'alba di oggi, intanto, i nove sono ripartiti alla volta dell'Ucraina. Ma la speranza è farli tornare in Italia il prima possibile. «Non possiamo che rispettare la legge - conclude l'assessore Guariglia - ma stiamo cercando di capire se c'è la possibilità di farli tornare in Italia finché lì non è sicuro. Si tratta semplicemente di rispettare la volontà dei bambini». 

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