Dima è uno dei nove bambini ucraini orfani arrivati a Castellabate nel mese di marzo da Cerkasy, città a sud-est di Kiev. A sei mesi dal suo arrivo nel paese di Benvenuti al Sud, rientra in Ucraina, nonostante la sua volontà di restare nel Cilento, dove ha trovato accoglienza ed ospitalità presso la famiglia di Nicoletta Guariglia, giovane imprenditrice locale e da pochi mesi anche assessore del Comune cilentano.
«Come può uno Stato in guerra affermare che un lembo di terra è al sicuro? Come può uno Stato in guerra sapere dove un missile colpirà oggi?» si chiede da giorni Nicoletta.
Un mese fa circa, infatti, è tornata in Italia la loro tutrice ucraina per avviare le pratiche burocratiche per il ritorno a casa. Nel frattempo, però, anche in Italia è stato nominato un tutore legale dal Tribunale dei Minori di Salerno per seguire la storia dei nove ragazzini orfani ucraini. Ma la risposta del Consolato ucraino in Italia è stata secca: la regione è sicura, i bambini devono rientrare. A nulla è valsa, finora, neppure la loro volontà di restare in Italia. «Dopo qualche mese di burocrazia, purtroppo, arriviamo alla conclusione che devono rientrare in Ucraina - aggiunge, amareggiata, Nicoletta, che ha scritto anche una lettera al giovane Dima - siamo impotenti dinanzi a una partenza imminente, decisa, predisposta e motivata da chi ha decretato il vostro Paese sicuro, anche se le bombe continuano a esplodere qualche km più in là». All'alba di oggi, intanto, i nove sono ripartiti alla volta dell'Ucraina. Ma la speranza è farli tornare in Italia il prima possibile. «Non possiamo che rispettare la legge - conclude l'assessore Guariglia - ma stiamo cercando di capire se c'è la possibilità di farli tornare in Italia finché lì non è sicuro. Si tratta semplicemente di rispettare la volontà dei bambini».