Cava de' Tirreni, oculista travolto ed ucciso dall'albero: rspinta l'archiviazione per i due comunali indagati

Il gip respinge la richiesta di archiviazione della procura di Nocera Inferiore per la vittima del crollo dell'albero a Cava de Tirreni

L'albero crollato e la vittima, Gioacchino Mollo con il suo fedel amico a quattro zampe
L'albero crollato e la vittima, Gioacchino Mollo con il suo fedel amico a quattro zampe
di Nicola Sorrentino
Martedì 30 Maggio 2023, 06:00 - Ultimo agg. 18:20
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«Gli organi comunali, tenuti alla posizione di garanzia, hanno svolto un monitoraggio delle condizioni dell’albero che, tuttavia, non sembra aver adeguatamente tenuto conto della presenza e dello stato già avanzato dell’infezione fungina». Questa la pronuncia del gip sul caso che riguarda la morte di Gioacchino Mollo, il medico di 61 anni travolto e ucciso dal crollo di un albero a Cava de’ Tirreni, il 6 febbraio 2020.

Il giudice ha rigettato la seconda archiviazione chiesta dalla procura di Nocera Inferiore, restituendo gli atti al titolare del fascicolo che in dieci giorni dovrà formulare l’imputazione a carico degli indagati. Si tratta di due dirigenti del comune metelliano. Sono assistiti e difesi dai legali Maurizio Mastrogiovanni e Marco Salerno. Gli elementi di prova emersi da un supplemento d’indagine già deciso tempo fa - per il gip - richiedono un approfondimento necessario che solo il giudizio in contraddittorio può assicurare. Per i due, insomma, ci sarà il processo per chiarire ogni forma presunta di responsabilità. Le nuove indagini erano state chieste dal legale che assiste la famiglia del medico, l’avvocato Vincenzo Cirillo.

L’oculista originario di Torre Annunziata fu travolto da un albero in una giornata da allerta meteo, durante la quale tirava un forte vento.

La villa comunale era stata chiusa per sicurezza. L’albero si trovava all’interno della struttura. Il suo crollo travolse l’uomo, che si trovava all’esterno, a pochi metri, mentre stava passeggiando con il suo cane. L’esito di consulenze svolte sul lavoro dei dirigenti, oltre che sulle condizioni e la natura dell’albero, insieme a tutti i provvedimenti adottati riguardo le sue condizioni, hanno decretato che «l’infezione fungina che aveva colpito» il pino «era ben nota, tale malattia aveva un decorso lento ma inesorabile, in grado di compromettere in maniera irrimediabile col tempo l’albero, e difficilmente regredisce».

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Infatti «già in passato erano stati rilevati segni di criticità». Un dato che emerse dalla consulenza dell’agronomo nominato dall’organo inquirente, nella fase dell’indagine preliminare. Il lavoro degli organi comunali, stando a valutazione del giudice, avrebbe dovuto prevedere un «adeguato approfondimento sull’accertata presenza dell’infezione, già in stato avanzato, al fine dell’adozione delle iniziative necessarie a scongiurare il rischio di cedimenti improvvisi, sino all’abbattimento dell’esemplare». Motivazioni per le quali il gip del tribunale di Nocera Inferiore non ha accolto la richiesta di archiviazione della procura, che entro dieci giorni dovrà chiedere il rinvio a giudizio per i due indagati, rispettivamente responsabile dei lavori pubblici e dell’ufficio urbanistica. La richiesta arriverà poi dinanzi al gip, che fisserà la prima udienza utile per il dibattimento.

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