Cemento e roghi mangiano il territorio:
Salerno tra le quattro province «nere»

Cemento e roghi mangiano il territorio: Salerno tra le quattro province «nere»
di Diletta Turco
Martedì 29 Settembre 2020, 06:50 - Ultimo agg. 14:34
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Non solo cemento. Sono tanti i “nemici” di quello che gli esperti chiamano suolo, e che, per i cittadini della provincia di Salerno, rappresenta il verde in cui si trovano le proprie case, le proprie attività lavorative. È un declino lento ma inesorabile quello che il territorio salernitano sta vivendo. Sempre più indebolito da interventi dell’uomo, oppure dai frequenti incendi estivi, che rendono tutto meno resistente. E più cedevole con le prime ondate di piogge e vento. Esattamente come succede da tre giorni a questa parte su gran parte del territorio. E la perdita di suolo in provincia di Salerno non solo è sotto gli occhi di tutti, ma è anche documentata, anno dopo anno, dai tecnici dell’Ispra, l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. 
I NUMERI
Nel 2019, su tutto il territorio provinciale, gli ettari di terreno persi (perché cementificati o franati) sono stati quasi 39mila. E cioè l’8% della superficie totale andata via. Un numero che diventa ancora più preoccupante se si confronta con un altro elemento, e cioè la percentuale di incremento di consumo del suolo rispetto all’anno precedente. Dal 2018 al 2019, in provincia, è stato consumato il 27% di suolo in più. Piano piano, dunque, ogni anno, pezzi di territorio vanno via. E, con essi, la vegetazione che serve a contenere la furia degli agenti atmosferici. Il monitoraggio dell’Ispra, poi, va nel dettaglio anche comune per comune.
LA MAPPA
E balzano agli occhi i dati relativi ai comuni che, in questi giorni, combattono i danni evidenti del maltempo: da Castel San Giorgio, con un consumo registrato del 23,6% , Roccapiemonte con il 22,6%, Sarno con il 19,1%. Percentuali che, in parte, derivano senz’altro anche da urbanizzazioni o nuovi insediamenti. È anche questo un fattore che continua a tenere molto alto il livello di pericolosità idrogeologica registrato su gran parte del territorio salernitano. Anzi, sul 22,5% del totale della superficie della provincia. Salerno, infatti, stando ai dati del monitoraggio dell’istituto di ricerca, rientra tra le quattro province italiane più fragili, ovvero con il maggior numero di zone a rischio elevato (in gergo P3) e molto elevato (P4). Fanno parte del podio di certo non lusinghiero i territori di Grosseto, Aosta e Trento. Nessuna altra provincia di tutto il centro sud, stando al monitoraggio Ispra, detiene una percentuale di suolo ad elevato rischio frana più importante di Salerno. Sui 158 Comuni che formano la provincia salernitana, quelli fragili sono 36, e cioè il 23% del totale. A cui se ne aggiungono ben 118 che vivono in zona di pericolosità media. Nessuno, da Sapri a Scafati, è a rischio zero. Tutte queste cifre si coniugano necessariamente con la vita di ogni giorno, con la sicurezza delle famiglie e delle aziende che si trovano nei territori da tenere sotto osservazione. 
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