Caro affitti e pochi parcheggi,
è fuga dal centro storico di Salerno

Caro affitti e pochi parcheggi, è fuga dal centro storico di Salerno
di Barbara Cangiano
Domenica 2 Ottobre 2022, 11:00
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Lucchetti e manifesti. Saracinesche abbassate e porte chiuse. Partendo da piazza Sedile del Campo e arrivando fino a Portanova, è un continuo inciampare in cartelli che propongono in vendita o in fitto locali al piano terra che un tempo furono negozi, di cui oggi non c'è più traccia se non nella memoria di qualche storico commerciante «resistente». Fitti alle stelle, caro parcheggi, mancanza di sicurezza, le cause che, secondo gli operatori del settore hanno spinto in molti a cedere le armi o a trasferirsi altrove.

È il caso di Angelo Siani che con un manifesto affisso sulla vetrina della sua attività di via Mercanti, ha avvisato la clientela che Modà migrerà a Pastena. «Mi hanno raddoppiato l'affitto e non ci ho pensato due volte a prendere questa decisione racconta Il centro storico sta morendo nel disinteresse generale e con i costi dei parcheggi che restano ancora troppo alti, la clientela scarseggia. La litania dei crocieristi, poi, è veramente lontana dalla realtà. È un flusso che funziona a Napoli, dove il 90 per cento dei turisti resta in città, mentre qui da noi si preferisce vendere pacchetti per portarli tra Paestum e Pompei. Inoltre oggi come oggi la zona orientale è commercialmente più frizzante, c'è un maggiore movimento di gente e i fitti dei locali sono nettamente inferiori a quelli del centro». A breve si sposterà, ma solo di qualche decina di metri, anche Lucia Foglio della Bottega Orafa Salernitana di via Da Procida.

Perché, a quanto pare, lo scenario cambia di strada in strada. «Qui siamo completamente abbandonati. Ci dispiace andare via, ma abbiamo optato per via Duomo dove c'è qualche attività in più a porte aperte e anche il passeggio è maggiore spiega La desertificazione è evidente e, a mio avviso la colpa è della mancanza di parcheggi che ci ha fatto soffrire per oltre un decennio. Ormai i clienti della provincia hanno mentalizzato questa difficoltà di raggiungerci, senza considerare che i nuovi posti auto di piazza della Libertà sono poco pubblicizzati e decisamente costosi. E così di anno in anno c'è sempre qualche nuova saracinesca che si abbassa. Poi, indiscutibilmente, c'è il problema dei fitti. Che rischia di diventare un'emergenza se non interviene il Comune, magari sostenendo per il primo anno l'apertura di attività di giovani artigiani che possano dare nuova linfa a quest'area della città che è la più bella ma anche la più trascurata». 

Neppure eventi come Luci d'artista sembrano risolutivi: «Fin quando arriveranno mandrie con panini al seguito non ne beneficerà nessuno, perché è il periodo dell'anno in cui i salernitani si barricano in casa per evitare il traffico». Del nodo parcheggi parla il ceramista Carmine Sorrentino: «Prima di arrivare a inaugurare piazza della Libertà sono passati tantissimi anni e così via Da Procida è stata definitivamente tagliata fuori dalla rotta commerciale dice Viceversa, una zona come quella che va dal Grand Hotel alla stazione, dove i posti auto ci sono, è diventata nel tempo più appetibile». Il caro fitti resta comunque il problema principale, conferma Gennaro Sorrentino dell'Antica macelleria: «Ti chiedono mille euro al mese. Chi può farcela?». Giulia Chianese dell'omonima pasticceria fondata nel 1860 resiste, «ma solo perché il locale è di mia proprietà e non abbiamo dipendenti. Lavoriamo dalla mattina alla notte io, mio figlio e mia nuora e, nonostante tutto, grazie anche ai rincari delle bollette, ci sono mesi in cui le spese superano i guadagni. I fitti sono altissimi, non so un giovane come possa permettersi di aprire oggi un'attività senza un supporto. E mi dispiace per mio figlio, perché per ora sono io ad aiutarlo. Ma quando non ci sarò più, con due bambini piccoli, nonostante i sacrifici di una vita, sarà veramente dura». Per un locale del centro storico si può arrivare a spendere, mensilmente, anche fino a 1300 euro, racconta Iolanda Spagnulo della cappelleria: «In tanti anni di attività non ho mai visto una situazione così nera denuncia I grandi negozi di un tempo non ci sono più. Gli artigiani sono spariti. Cosa dovrebbe venire a vedere qui un turista? C'è il deserto». Deserto è la parola che più ricorre nel ragionamento di Mario, che il bar ce l'ha dal 1988: «C'è un locale qui vicino che si fitta a 1.600 euro al mese. Soldi a cui vanno aggiunti almeno 30mila euro di ristrutturazione più gli arredi e quant'altro. Facendosi due conti in tasca, è chiaro che sia a porte chiuse ormai da anni. Inoltre i vicoli sono sempre vuoti, tranne il venerdì e il sabato sera, quando si riempiono di minorenni che portano più problemi che benefici». Gli unici a non accusare il colpo sono gli esponenti della comunità del Bangladesh. «Abbiamo preso questo spazio in sei dice un giovane Qualcuno di noi si dedica al commercio ambulante, qualcun altro resta alla cassa. Poi dividiamo le spese». Ma l'ambulantato di cui parla non è regolare. 

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