Chiede foto hard ed intime
ad un ragazzino di 13 anni

Chiede foto hard ed intime ad un ragazzino di 13 anni
di Petronilla Carillo
Giovedì 26 Maggio 2022, 06:25 - Ultimo agg. 20:34
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Chiede foto hard e video intimi ad un 13enne salernitano su Instagram, per un sedicenne di Catania scatta il collocamento in comunità. L’indagine è della sezione Salerno del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Campania i cui agenti hanno raccolto la denuncia della vittima e ricostruito l’adescamento, riuscendo a trovare prove fondamentali per incastrare il siciliano sul cui capo pende una pesante accusa, quella di violenza sessuale. Un “adescamento” in piena regola, anche se i protagonisti sono entrambi giovanissimi, confermato proprio dal materiale ritrovato nei dispositivi elettronici dei due minorenni. Gli agenti della Postale hanno disposto il sequestro dei device per ulteriori accertamenti. Proprio la denuncia dei genitori della vittima alla polizia Postale e l’attività del Tribunale dei Minori di Salerno ha consentito di individuare il responsabile, residente in una regione differente, e assicurarlo alla giustizia.

Le indagini informatiche e le analisi tecniche eseguite sui device sottoposti a sequestro hanno consentito alla sezione della polizia Postale di Salerno di risalire all’utilizzatore del profilo Instagram il quale, proprio attraverso la piattaforma social, avrebbe contattato il 13enne salernitano, contattandolo, stringendoci amicizia, provando a capire i suoi interessi e quindi, e carpendone pian piano la fiducia. È stato così che, una volta capito come gestire quel rapporto, il sedicenne catanese ha iniziato a chiedere prima, poi a costringerlo dietro minaccia, ad inviargli foto e video andando sempre più nello specifico: ovvero, nelle parti intime.

Il ragazzino in un primo momento si sarebbe fatto convincere poi, quando la situazione era iniziata ad essere insopportabile, ha raccontato tutto ai propri genitori i quali, senza pensarci su un attimo, si sono rivolti alla polizia Postale. 

«Ci troviamo difronte ad uno dei sempre più frequenti casi in cui indagato e vittima non si conoscono se non virtualmente e che quindi risulta caratterizzato da una totale assenza di contatti per così dire fisici tra i due protagonisti - si legge in una nota a firma del procuratore dei Minori di Salerno, Patrizia Imperato - Indiscutibilmente, la vicenda contemplata nel provvedimento cautelare ieri eseguito è sintomatica di un sensibile aumento degli episodi criminali a sfondo sessuale commessi dai minori ai danni di loro coetanei attraverso la rete internet. Ed è per tale motivo, pertanto, che la procura presso il tribunale per i Minorenni, con l’ausilio degli specialisti della polizia Postale, è costantemente impegnata nella quotidiana azione di contrasto ai reati compiuti per via telematica. Si evidenzia che la polizia Postale in uno con la sezione di polizia giudiziaria della procura Minorenni si prodiga in una seria opera di prevenzione attraverso una intensa attività di sensibilizzazione dei giovani». 

Video

Il fenomeno è chiamato “child grooming” e, proprio secondo i dati della polizia postale, è in forte aumento. Colpa, in parte, anche della pandemia che ha dato un forte impulso all’utilizzo del web e dei social. Basti pensare che, secondo uno studio eseguito dalla Postale in collaborazione con Save the children, lo scorso anno si è registrato un aumento del più 50% del fenomeno, in gran parte ragazzini sotto i 13 anni (32 casi tra i 0 e i 9 e ben 306 nella fascia tra i 10 e i 13). Il groomer, o pedofilo, sfrutta le maglie larghe e difficilmente controllabili della rete per entrare nelle vite dei più giovani, facendo leva sulla fiducia e sul senso di isolamento e solitudine. Gli adescati on line sono quasi equamente distribuiti tra i due sessi: 52 & i maschi, 48 le femmine.

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