Ospedale di Agropoli, arriva lo stop ai posti letto Covid ma «non sarà possibile garantire le urgenze»

Riorganizzazione imposta dalla fine del periodo pandemico: riattivati 20 stalli in medicina generale ma «solo con ricoveri programmati e senza patologie urgenti»

I percorsi Covid dell'ospedale di Agropoli
I percorsi Covid dell'ospedale di Agropoli
di Ernesto Rocco
Giovedì 20 Aprile 2023, 07:00 - Ultimo agg. 10:42
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Al via la riorganizzazione dell’ospedale di Agropoli, l’ennesima che porterà ad un ridimensionamento della struttura. La notizia era nell’aria ma l’ufficialità è arrivata ieri quando il direttore sanitario del Dea di Vallo della Lucania - Agropoli, Adriano De Vita, ha inviato una nota ai responsabili dei reparti e alle organizzazioni sindacali, annunciando le novità conseguenti alla cessazione dell’emergenza Covid

Dal 24 aprile si procederà alla dismissione dei 12 posti letto Covid rimasti. L’ospedale, infatti, già a fine marzo aveva subito la chiusura del reparto con la conversione in area contumaciale per i pazienti positivi afferenti al Dea Vallo - Agropoli. Ora la cessazione dei ricoveri dei pazienti positivi e la contemporanea riattivazione dei 20 posti letto di Medicina Generale già presenti prima della pandemia che si aggiungeranno al punto di primo intervento. Un ritorno a quella normalità contestata da cittadini e forze politiche che ritenevano insufficienti le prestazioni garantite presso il presidio di via Pio X. Ma ci sarà addirittura un ulteriore ridimensionamento. Il ricovero in Medicina, infatti, «è riservato esclusivamente a patologie non urgenti, ovvero a pazienti senza compromissioni delle funzioni vitali e pertanto avverrà esclusivamente con procedura programmata», recita una nota del direttore sanitario. Ciò significa che non dovrebbero essere garantiti i ricoveri per coloro che giungono in ospedale attraverso il pronto soccorso.

Rispetto all’era pre pandemica, inoltre, a garantire l’assistenza 13 unità infermieristiche, 6 Oss e un numero minore di medici. Se in passato in due potevano assicurare sia l’orario diurno che notturno, con la nuova organizzazione dalle 20 alle 8, nonché la domenica e i festivi, l’assistenza sarà garantita dai sanitari in servizio presso il punto di primo intervento che dovranno quindi svolgere il loro incarico sia in guardia medica che in Medicina. Con la dismissione del reparto Covid chiudono anche i reparti ad esso collegati come la terapia intensiva, ma anche le sale operatorie che invece si sperava potessero servire una volta finita la fase pandemica per rilanciare l’ospedale, come del resto avevano assicurato anche alcuni esponenti politici. Il nuovo piano non ha mancato di determinare critiche. Due i punti contestati da Massimiliano Voza e Domenico Vrenna, rappresentanti della Cgil Salerno. Innanzitutto il mancato mantenimento delle attività covid non in area critica, giudicate vere e proprie eccellenze provinciali «e il cui depotenziamento lascerebbe senza assistenza i pazienti fragili colpiti da Covid che necessitano, ad esempio, di: terapie monoclonali anti Covid, Adi, emotrasfusioni, cure oncologiche».

Poi la riapertura dell’unità di Medicina, comunque ridimensionata e attiva a pieno organico solo per 12 ore.

I sindacalisti chiedono che resti in funzione h24 «poiché, nelle ore notturne, l’unico medico in servizio si troverebbe a sobbarcarsi l’onere della contemporanea guardia medica attiva anche nella Medicina». Dalla Cgil, infine, invitano anche la direzione sanitaria a munire il presidio di un radiologo nelle ore notturne e di «un’ambulanza per il servizio di trasporto secondario verso il Dea di Vallo per i pazienti afferenti al pronto soccorso che necessitano, a completamento diagnostico, di consulenze specialistiche in tale stabilimento per le discipline di cui Agropoli non è dotata». Critiche arrivano anche dai gruppi politici di opposizione considerato che la riorganizzazione avviene alla vigilia della stagione estiva quando le presenze sul territorio aumentano considerevolmente.

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