Simon, dopo l'allarme al 118
provò a chiamare tre volte il 112

Simon, dopo l'allarme al 118 provò a chiamare tre volte il 112
di Carmela Santi
Venerdì 30 Agosto 2019, 10:30 - Ultimo agg. 11:18
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La prima telefonata di Simon al 118, quella in cui lo sfortunato ragazzo francese chiede aiuto, parte alle 8.57 del 9 agosto. Poi altre due o forse tre telefonate al 112, intorno alle 9.15, sulle quali saranno necessari ulteriori approfondimenti. Alle 9.25, in entrata, risulta una chiamata da parte del 112, nonché, sempre in entrata, un'altra telefonata via Whatsapp alle 9.50, alla quale non è stata data risposta. Questi alcuni dei dati venuti fuori dall'analisi del cellulare di Simon Gautier, l'escursionista trovato morto in località Ciolandrea di San Giovanni a Piro. Ieri la polizia postale di Napoli ha aperto il cellulare del ragazzo. Il telefonino dal quale il 9 agosto scorso l'escursionista fece partire la telefonata di richiesta di aiuto: «Sono caduto - diceva - aiutatemi, ho entrambe le gambe rotte».
 
Dalla perizia risulterebbero più telefonate, al momento non è dato sapere se si tratta di tentativi di chiamate, di telefonate andate a vuoto o do telefonate con risposta. Cosa certa è che la telefonate in cui Simon chiede aiuto dura pochi minuti. Poi il silenzio. Simon non ha più risposto ai messaggi e alle telefonate dei soccorritori. Il suo telefono non è stato geolocalizzato. Ha continuato a squillare a vuoto fino a quando non si è scaricato. La perizia sui dati contenuti nelle memorie dello smartphone è stata disposta dalla Procura di Vallo, guidata da Antonio Ricci, che ha aperto un fascicolo su presunti errori e ritardi dei soccorritori. Presente ieri mattina anche l'avvocato Maurizio Sica, legale della famiglia Gautier.

Il corpo senza vita di Simon è stato recuperato dopo nove giorni di ricerche. Quando gli uomini del soccorso alpino lo hanno rinvenuto era già in evidente stato di decomposizione. Dopo la caduta il 27enne è riuscito appena a fare la telefonata di aiuto poi il decesso. Aveva entrambe le gambe spezzate. L'esame autoptico eseguito dal medico legale Adamo Maiese ha accertato che il ragazzo è morto dopo 40 al massimo 45 minuti dalla telefonata per l'emorragia provocata dalla rottura dei grossi vasi alla gamba sinistra. Ma restano i dubbi sollevati da amici e familiari del ragazzo e rimbalzati anche sui media d'Oltrealpe in rifermento alla tempistica degli interventi e sulla mancata geolocalizzazione del cellulare di Simon. La Procura ha aperto subito un fascicolo di indagine contro ignoti. Si indaga per omicidio colposo. Al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati. Il procuratore Ricci, con il sostituto procuratore Luigi Spedalieri, sta raccogliendo tutti gli elementi utili per accertare se ci sono state responsabilità. La telefonata è partita dal numero di italiano che Simon utilizzava da quando si era trasferito a Roma per studi. Il 27enne aveva anche il numero francese.

Intanto, da Bruxelles arriva la notizia che la Commissione europea scriverà all'Italia per chiedere maggiori informazioni sulle operazioni di soccorso messe in atto per ritrovare Simon. L'esecutivo europeo vuole maggiori chiarimenti in particolare sulla difficoltà di localizzazione dell'escursionista. «Richieste legittime - quelle della Comissione - dice il procuratore capo Ricci - le facciamo nostre. Stiamo andando avanti con le indagini, aspettiamo l'esito delle prime richieste». Il Codice europeo per le comunicazione elettroniche, che ricorda la Commissione offrirà un livello ancora più elevato di sicurezza ai cittadini dell'Ue, imponendo sia la posizione di rete che quella del telefono quando la chiamata viene effettuata da un cellulare, dovrà essere recepito entro il 21 dicembre 2020. L'Italia è indietro nell'adozione delle tecnologie più moderne. Altri paesi in Europa come l'Olanda e il Regno Unito hanno già attivato i sistemi di geolocalizzazione più efficaci come l'Emergency location service e l'Advanced Mobile Location.
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