Citarella, confisca da 7 milioni
all'ex patron della Nocerina

Citarella, confisca da 7 milioni all'ex patron della Nocerina
di Nicola Sorrentino
Venerdì 19 Agosto 2022, 10:21 - Ultimo agg. 10:50
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Confiscati beni per 7 milioni euro al noto imprenditore di Nocera Inferiore, Giovanni Citarella. L'operazione della Guardia di Finanza di Salerno fa seguito al provvedimento della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Salerno. Sullo sfondo l'indagine condotta dal Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria, che ad ottobre scorso consentì - su richiesta dell'Antimafia - di sequestrare beni oggi sottoposti a confisca.

Alla base del provvedimento vi è - per il tribunale - la «pericolosità qualificata e generica» di Citarella, figlio del defunto Gennaro. Il padre fu ucciso negli anni 90 in un agguato di camorra e ritenuto appartenente al clan Nuova Famiglia di Carmine Alfieri. Nel provvedimento a firma della Procura di Salerno, la personalità di Giovanni Citarella viene definita «delinquenziale» e legata a «contesti associativi finalizzati alla commissione di reati di intestazione fittizia di beni, reati fiscali e reati contro la pubblica amministrazione». I beni sottoposti a confisca, ritenuti proventi di natura illecita, riguardano 17 quote societarie di imprese, 2 unità immobiliari e 6 autoveicoli, per un valore complessivo di oltre 7 milioni di euro. Tra le aziende colpite di confisca figura una florida attività imprenditoriale, ben avviata nel settore delle costruzioni di edifici e strade, risultata aggiudicataria, nel corso dell'anno, di una gara di appalto del valore di 50 milioni di euro indetta da Anas. La conduzione di tale impresa continuerà sotto la gestione degli amministratori giudiziari nominati dal Tribunale di Salerno, i quali dovranno garantire il completamento delle commesse pubbliche e il mantenimento dei posti di lavoro.

Alla base dell'indagine, vi è la disparità rilevata dagli inquirenti tra il reddito dichiarato dall'ex presidente della Nocerina e il suo tenore di vita.

Le indagini del Gico erano partite da una serie di reati tributari e «da schemi societari apparentemente fittizi, capaci di rinviare a contesti altrettanto illeciti». Nel provvedimento venivano richiamati anche i suoi trascorsi in carcere, così come i processi, uno per reati quali associazione di stampo mafioso ed estorsione nel 1997. Accuse che poi caddero con sentenza di assoluzione. A seguire una condanna per tentato omicidio: sullo sfondo un piano per uccidere una persona vicina ai mandanti e killer del padre. Nel passato di Citarella ci fu poi il maxi processo Due Torri, basato su un sistema che permetteva di ottenere lavori stradali e di affidarli a ditte amiche. Un sistema in grado di pilotare appalti attraverso il calcolo del ribasso e dove per assicurarsi la vittoria delle gare, ci si affidava - secondo le accuse - a complicità e imbeccate di funzionari. Ad oggi pendono ancora diversi procedimenti per lui, presso il tribunale di Nocera Inferiore.

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