Cittadella giudiziaria: progetto sbagliato,
Comune condannato a risarcire 800mila euro

Cittadella giudiziaria: progetto sbagliato, Comune condannato a risarcire 800mila euro
di Petronilla Carillo
Domenica 8 Maggio 2022, 06:40 - Ultimo agg. 07:08
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Il palazzo simbolo della giustizia, la cittadella giudiziaria, al centro di una complessa vicenda di irregolarità fiscali e tecniche. E così, come già accaduto per il PalaSalerno, il Comune viene condannato ad un altro risarcimento per danni ad una società fallita, la Pisa Costruttori srl per 33.390 euro, oltre che ad altre due società coinvolte nella realizzazione della struttura: la Elettromeccanica Galli Italo Spa per 231.083,83 euro e la Benvenuto Gianni Spa per 548.413,61. Il tutto per complessivi 812.867,44 euro. Nel caso delle due Spa ancora attive, anche la motivazione addotta dal giudice della prima sezione civile del tribunale di Salerno, Mattia Caputo, è importante ai fini fiscali: lavori eseguiti e non contabilizzati. La sentenza, emessa lo scorso febbraio, è stata tenuta finora «riservata» in quanto, come anche per quella che riguarda la realizzazione del palazzetto dello sport nella zona Arechi, si potrebbe paventare il reato di danno erariale a carico proprio dell’amministrazione comunale su richiesta di parte.

La sentenza che riguarda la cittadella giudiziaria, composta di ben 70 pagine, è molto articolata e spiega nel dettaglio una serie di irregolarità procedurali, errori tecnici e violazioni fiscali che richiamano un po’ le procedure messe in campo anche per la mezzaluna di Bofill e il PalaSalerno: errori di calcolo, varianti in corso d’opera, maggiorazione dei costi e revoche di appalti ritenute dai giudici non legittime. Ma non solo: anche in questo caso il procedimento giudiziario è iniziato nel 2009 quindi, ai 812.867,44 euro che il Comune deve pagare vanno aggiunti anche gli interessi da ritardato pagamento. 

I lavori della cittadella giudiziaria erano stati affidati, previa gara d’appalto alla Pisa Costruttori inserita in una Ati assieme alla Romagnoli Spa (in qualità di mandataria e “dante causa” della Spa poi fallita), alla Elettromeccanica Galli Italo ed alla Gianni Benvenuto nel 2003 per un importo di 33.410.242,38 e la scadenza dei lavori stabilita 1.260 giorni naturali e consecutivi.

Nel corso dell’appalto, il Comune di Salerno ha però approvato tre perizie di variante che determinavano un aumento dell’importo contrattuale complessivo di 38.301.243,07 euro. Varianti che fecero slittare anche il termine di consegna dell’opera. Nel corso dei lavori, inoltre, a seguito delle numerose riserve iscritte in contabilità, sono attivate anche due procedure di risoluzione bonaria delle controversie con il riconoscimento alla Pisa Costruttori di complessivi 2.600.000 euro ma nessun accenno venne fatto alle problematiche del cantiere che, impedendo il rispetto degli esigui tempi concessi per la realizzazione delle opere appaltate, costringevano la Pisa Costruttori ad iscrivere nuove riserve in contabilità. Ma, nonostante ciò, il Comune chiese la consegna della struttura in anticipo. Inizia da qui un lungo carteggio tra Comune ed Spa per la corresponsione (richiesta dalla società) di una rivalutazione monetaria e di ulteriori giorni di proroga per concludere i lavori.

Di qui anche le accuse all’amministrazione comunale di aver affidato i lavori sulla base di progetti inadeguati tanto che furono necessarie anche tre perizie di variante mentre il Comune fu accusato di una mancata risoluzione bonaria per le riserve ascritte ai progetti tanto che fu prospettata dalla Pisa Costruzioni anche un risarcimento dei danni per «sopravvenuta eccessiva onerosità». Risarcimento chiesto dalla Pisa Costruzioni in qualità di capogruppo mandataria dell’Ati per 8.281.569 euro. Di qui nuovi accertamenti tecnici e un nuovo contenzioso. In questo contesto si inseriscono anche le altre due Spa, intese come subfornitori. La giunta deliberò la risoluzione del contratto con l’Ati. È da qui che iniziano anche i problemi tra la Spa fallita e le altre società, penalizzate anche dai pagamenti effettuati e contabilizzati dalla Pisa Costruzioni per conto della Ati ma mai versati alle due imprese che avevano lavorato. Responsabilità, questa addebitata al Comune che ora deve pagare.

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