Clementino e l'inno alla droga sul palco,
il pm: solo un polverone, caso da archiviare

Clementino e l'inno alla droga sul palco, il pm: solo un polverone, caso da archiviare
di Nicola Sorrentino
Venerdì 17 Gennaio 2020, 06:30 - Ultimo agg. 07:00
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Potrebbe chiudersi con un’archiviazione il fascicolo della procura sul concerto di Clementino, con l’ipotesi di reato di istigazione all’uso di stupefacenti, aperto dopo una segnalazione della polizia di Nocera Inferiore al termine del concerto dello scorso 1 gennaio, in piazza Diaz. L’archiviazione è stata chiesta dal sostituto procuratore, Gaetana Amoruso, per insussistenza del fatto.

Nel mirino vi erano alcuni comportamenti tenuti dal rapper Clemente Maccaro, meglio noto come «Clementino», segnalati dagli agenti del commissariato dopo aver visionato una serie di video e aver garantito l’ordine pubblico, durante l’esibizione del cantante. Nell’informativa inviata alla procura, gli inquirenti avevano legato alcuni episodi avvenuti durante il concerto all’invito, anche se indiretto, a consumare sostanze stupefacenti. Tra questi, il lancio di alcune bustine al cui interno la polizia riteneva vi fossero dei filtri - ma il rapper in un video spiegò che in realtà c’erano dei portachiavi - ad alcune parole pronunciate dall’artista poco prima di una canzone, fino all’aver fumato una sigaretta artigianale, lanciata da un ragazzo del pubblico, che si riteneva contenesse della marijuana e non del tabacco.

Come spiegato dal manager, ma anche dall’artista stesso, il giorno dopo la notizia dell’avvio di un’attività investigativa, quegli episodi si erano spesso ripetuti anche durante gli altri live e concerti. A testimoniare, in questo senso, la natura da intrattenimento che contraddistingue gli show del rapper. Inoltre, Clementino si era difeso spiegando di aver sempre e solo manifestato la sua idea rispetto alla legalizzazione della marijuana, ma mai all’utilizzo di sostanze stupefacenti

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