Insulti al presidente del Consiglio Mario Draghi, con l’invito - rivolto a centinaia di altri utenti - a fargli del male e nel modo più violento possibile. «Farlo a pezzi e scioglierlo nell’acido» ad esempio, come lui stesso suggeriva. Un uomo di 51 anni di Sarno è indagato dalla Procura di Nocera Inferiore per accuse quali istigazioni a delinquere e oltraggio a corpo politico, amministrativo o giudiziario. In un periodo che va dall’inizio del mese di ottobre alla fine di novembre scorso, l’indagato avrebbe fatto parte di una chat raggiungibile da chiunque sul social “Telegram”, chiamata «No Green-pass Adesso Basta», istigando una molteplicità di persone a commettere violenza sull’attuale presidente del Consiglio. Il suo appartamento è stato perquisito giorni fa dalle forze dell’ordine, che hanno sequestrato un telefono cellulare, utilizzato - secondo il prospetto accusatorio - per accedere alla chat e scrivere quel genere di messaggi.
Alla fine di novembre, era stata la Polizia di Stato - su delega della Procura di Milano - a scavare all’interno di quella chat, che esisterebbe anche con altri nomi leggermente differenti, individuando l’amministratore del gruppo, un ragazzo di 19 anni, anch’egli denunciato per istigazione a delinquere, perché si sarebbe posto come fondamentale punto di riferimento per i No-vax, ideando e lanciando per la prima volta il corteo da piazza Fontana che si tenne a novembre, per protestare contro l’obbligo del green pass legato alla vaccinazione contro il Covid-19.
Un’operazione simile infatti, condotta dalla Procura di Torino, aveva portato sempre a novembre all’esecuzione di 17 decreti di perquisizione, eseguiti nei confronti di attivisti “No Vax” e “No Pass”. Tra questi c’era anche una donna di 60 anni, residente a Pontecagnano, denunciata a piede libero per aver lanciato attraverso il canale telegram “Basta dittatura” minacce e insulti al premier Mario Draghi. L’indagine era stata seguita dalla Polizia Postale di Salerno, coadiuvata dagli uomini della Digos. La donna dovette consegnare computer e cellulare, finiti entrambi sotto sequestro. Il 51enne di Sarno, invece, ha venti giorni di tempo dall’avviso di conclusione indagine, notificatogli la scorsa settimana, per presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogato dal sostituto procuratore di Nocera Inferiore, titolare del fascicolo. A seguire, sarà l’organo inquirente a valutare la sua posizione, eventuali nuovi elementi, per poi decidere se chiedere o meno per l’indagato il rinvio a giudizio. Qualora sussistano elementi indiziari tali da celebrare un processo. Circostanza che sarà valutata, in ultimo, dal gip, a meno di richieste di riti alternativi.