Contagi, il record nero di Salerno:
già 38mila positivi a gennaio

Contagi, il record nero di Salerno: già 38mila positivi a gennaio
di Sabino Russo
Lunedì 17 Gennaio 2022, 06:55 - Ultimo agg. 11:57
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Gennaio fa già il record di contagi dall’inizio della pandemia, con 38mila53 casi emersi finora, e all’appello mancano ancora due settimane. Di questi, 22.196 sono quelli rilevati negli ultimi sette giorni, ma per il matematico Giovanni Sebastiani del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) Salerno è tra le province che registra una crescita lineare della curva epidemiologica. Sono 2.914, intanto, i tamponi positivi comunicati ieri dall’Unità di crisi. Due decessi a Mercato San Severino e Marina di Camerota. Sit in, davanti all’Asl, di “Salerno in rete”, che chiede di potenziare le Usca e i centri vaccinali.

Gennaio è già il mese nero dall’inizio della pandemia.

Sono poco più di 38mila, infatti, i contagi già emersi finora, di cui 22mila 196 negli ultimi sette giorni. Erano 14mila14, invece, i casi emersi la settimana scorsa. Dicembre aveva fatto registrare 13mila 772 casi, 10mila in più di novembre. Per avere un metro di paragone bisogna riavvolgere il nastro al mese di marzo, che si chiuse con 13940 casi complessivi, meno dei positivi rilevati solo nell’ultima settimana. Le prime due ondate, infatti, si sono chiuse con 27mila250 casi totali, 10mila contagi in meno degli ultimi 15 giorni e appena 5mila in più di quelli rilevati solo nell’ultima settimana. Eppure, secondo le analisi del matematico Giovanni Sebastiani del Cnr, la provincia di Salerno fa parte di quelle in crescita lineare, dove il picco non è stato ancora raggiunto, a differenza di Chieti, Catanzaro, Vibo Valentia, Rimini, Viterbo, Bergamo, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Monza e della Brianza, Pavia, Varese, Verbano-Cusio-Ossola, Sassari, Caltanissetta, Enna, Messina, Trapani, Firenze, Lucca, Massa, Carrara, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, Perugia, Terni. Sono attualmente al picco, invece, Pescara, Potenza, Roma, Brescia, Como, Ragusa, Arezzo. Sono in crescita lineare, insieme a Salerno, Bolzano, Cosenza, Reggio Calabria, Benevento, Caserta, Gorizia, Udine, Campobasso, Isernia, Oristano, Belluno, Vicenza. Registrano una crescita in brusco e grande aumento, infine, Avellino, Napoli, Piacenza, Genova, Imperia, La Spezia, Savona, Ancona, Ascoli Piceno, Fermo, Macerata, Pesaro e Urbino, Bari, Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Foggia, Lecce, Taranto, Sud Sardegna.

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Sono 2.914, intanto, i tamponi positivi comunicati ieri dall’Unità di crisi. Lutto a Mercato San Severino, dove si piange per la morte di una donna della frazione Piazza del Galdo. Si tratta della 35esima vittima. A Marina di Camerota è scomparso un 75enne ricoverato da giorni in ospedale, in seguito a complicazioni respiratorie. Non era vaccinato. Giunto a Vallo della Lucania in un primo momento, fu poi trasferito ad Agropoli. Sit in di protesta, stamattina davanti all’Asl, di “Salerno in rete”, che chiede di potenziare le Usca e i centri vaccinali. «L’ andamento della pandemia e l’aumento dei contagi hanno fatto emergere tutta l’inadeguatezza dell’organizzazione sanitaria sul nostro territorio - scrivono in una nota - Nonostante le denunce e le sollecitazioni di molti operatori e di parte delle istituzioni locali le disfunzioni sono sotto gli occhi di tutti e le misure necessarie tardano a venire. Ad oggi, per i 130mila abitanti di Salerno c’è una sola Usca che, tra l’altro, non dispone ancora dei necessari strumenti per le diagnosi, nonostante sia trascorso un anno dall’avvio delle gare d’appalto. Le Usca e i medici di base in coordinamento tra loro dovrebbero seguire e gestire i vari pazienti con immediatezza anche dividendo il territorio cittadino in zone. I pazienti contagiati con pochi sintomi dovrebbero essere assistiti a domicilio, per evitare ricoveri impropri o aggravamenti tali da obbligare al ricovero. Già alcune attività diagnostiche ambulatoriali sono state bloccate e addirittura si riscontrano difficoltà nella gestione delle emergenze al pronto soccorso del Ruggi. Ora dobbiamo scongiurare il blocco totale delle attività mediche e chirurgiche ordinarie nei nostri ospedali».

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