L'ex manager Asl guarito dal virus:
«Da Eboli al Cotugno, la mia ora più brutta»

L'ex manager Asl guarito dal virus: «Da Eboli al Cotugno, la mia ora più brutta»
di ​Sabino Russo
Giovedì 28 Maggio 2020, 06:35 - Ultimo agg. 16:27
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«L’ora in ambulanza da Eboli al Cotugno, in una condizione totalmente lucida, è stata la più brutta della mia vita». Ad aprire il cuore sugli aspetti emotivi legati alle fasi del suo contagio e di ricovero, è l’ex direttore generale dell’Asl Antonio Giordano che, nel corso della videoconferenza organizzata dall’Ordine dei medici di Salerno su «covid-19 e realtà sanitaria campana», ricorda la solitudine, il senso di abbandono, il distacco da tutti gli altri, insieme all’ansia e alla paura di non farcela, lanciando un monito a non abbassare la guardia.

«La cosa peggiore di questa malattia è il distanziamento, che ha salvato tutti, ma per i pazienti ricoverati è davvero di una pesantezza inaudita - spiega Giordano - La durezza dell’abbandono, di lasciare a casa la famiglia, di sapere che non possono venirti a trovare è davvero pesante. Il fatto di non avere nessuno nella stanza e non poter parlare con nessuno, di aspettare che l’infermiere si vestisse per venirti a portare anche un pacco di biscotti oppure che te lo spingesse con una mazza per evitare qualunque forma di contatto, è una delle cose che più restano nella mente e più ti fanno capire la disperazione di tutta quella gente che ha visto anche i propri familiari morire e non poter andare al proprio funerale, di non avere neanche la comunicazione che il loro caro fosse morto e dove l’avevano seppellito». 
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