Coronavirus, ​giallo sugli «untori» di Atena:
il «santone», il calice e l'ira del vescovo

Coronavirus, giallo sugli «untori» di Atena: il «santone», il calice e l'ira del vescovo
di Pasquale Sorrentino
Martedì 17 Marzo 2020, 07:30 - Ultimo agg. 14:06
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Sedici persone colpite dal Coronavirus tra il Vallo di Diano e la zona del Tanagro, profondo sud della provincia di Salerno e tutti a causa diretta o indiretta di un raduno religioso di neocatecumenali. Sono due gli incontri che avrebbero fatto scoppiare la scintilla all'escalation di casi positivi tra Sala Consilina, Caggiano, Polla e Atena Lucana, i paesi «blindati» dal governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il primo incontro si è tenuto all'hotel Kristall di Atena Lucana il 28, 29 febbraio e il primo marzo, il secondo il 4 di marzo nella sacrestia della chiesa di San Rocco a Sala Consilina. Sono due fasi di un rito che i neocatecumenali portano sempre avanti in tempo di Quaresima: la convivenza e la catechesi ai quali hanno partecipato circa venti persone. Tre i parroci, e tra questi uno dei fautori dell'incontro, don Alessandro, originario di Salerno, che opera a Caggiano, parroco di una chiesa che presenta il cammino per i catecumenali. Circa venti gli altri fedeli, tra loro anche il diacono Raffaele Citro, il primo deceduto della provincia di Salerno. Il 75enne di Bellizzi ha perso la vita il 10 di marzo, il tampone effettuato in seguito al suo decesso ha fatto emergere la sua positività al Covid-19. Da quel momento in poi il Dipartimento prevenzione dell'Asl ha avviato la ricerca della rete dei suoi contatti e si è tornati quindi all'incontro di fine febbraio ad Atena Lucana, due giorni dopo che i sindaci del Vallo avevano disposto la sospensione di tutti gli assembramenti ed eventi pubblici in luoghi chiusi. Il raduno religioso, essendo di iniziativa privata, è stato tenuto lo stesso e da quel momento il coronavirus, a insaputa di tutti ha cominciato a diffondersi.
 

 

Il governatore Vincenzo De Luca ha puntato il dito sull'incontro denunciando il fatto che si fosse bevuto da un solo calice ed evidenziando la presenza di un milanese, una sorta di santone, ai raduni. Affermazioni smentite dal suo quasi omonimo, il vescovo della Diocesi di Teggiano Policastro, monsignor Antonio De Luca che pur confermando che i riti dei neocatecumenali prevedono delle situazioni simili «ma in quello di Atena Lucana si sono rispettate le distanze imposte qualche giorno prima». La convivenza è comunque durata per tre giorni all'interno dell'albergo e questo ha permesso la diffusione del virus. Tra loro anche il milanese, un uomo residente a Sala Consilina che è tornato in Campania il 22 febbraio partendo da Milano. Forse è lui l'uomo identificato come santone che in realtà in questo raduno è un semplice fedele. Tra l'altro positivo al tampone. Come don Alessandro di Caggiano e con lui altri due fedeli dello stesso paese. Da queste persone risultate positive un nuovo ramo di diffusione del virus: a Polla. Infatti una delle due fedeli, da quanto è emerso, ha organizzato una rappresentazione di pentole all'interno di un'abitazione privata a Polla il 7 marzo e almeno un'altra persona è rimasta infettata e si attendono i tamponi di altri soggetti presenti alla vendita di prodotti per la casa. L'altro raduno religioso, la catechesi, si è tenuto il 4 marzo nella sacrestia di San Rocco a Sala Consilina. Si sarebbe dovuta tenere nella chiesa della Trinità, nello stesso comune ma il parroco proprio per evitare troppe persone insieme, ha chiuso la porta.
A questo incontro avrebbe partecipato anche la moglie di Citro, anch'ella poi positiva. 

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