Corruzione, imprenditore Rainone:
«Temevo la stessa fine del Crescent»

Eugenio Rainone
Eugenio Rainone
Giovedì 10 Febbraio 2022, 14:09 - Ultimo agg. 14:16
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Temeva di finire nuovamente sotto indagine, come era già accaduto per il Crescent di Salerno, l'imprenditore Eugenio Rainone, interrogato dalla Procura di Napoli nell'ambito delle indagini del Ros che ieri hanno portato agli arresti domiciliari Roberto Penna, all'epoca dei fatti contestati sostituto procuratore a Salerno, la sua compagna, l'avvocato di Salerno Maria Gabriella Gallevi, e agli imprenditori Francesco Vorro, Umberto Inverso e Fabrizio Lisi, quest'ultimo ex generale guardia di finanza.

Lo spiega, chiaramente, alla Procura di Napoli nel corso di un interrogatorio al quale si è sottoposto il 22 settembre 2021.

Rainone racconta di essere entrato in contatto con Inverso nell'ambito della realizzazione del complesso immobiliare «Le Porte di Salerno»: Inverso era intenzionato all'acquisto di uno degli appartamenti ed aveva anche già stipulato un preliminare di compravendita. In uno degli incontro nel suo ufficio a Salerno legati a questa vicenda, Inverso gli avrebbe detto di essere amico dell'ex pm e che quest'ultimo era intenzionato a fare indagini sul complesso immobiliare che stava realizzando.

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Inverso «...si mostrava particolarmente insistente - riferisce Rainone ai pm di Napoli - spiegandomi che in ogni caso, iniziate le indagini, si poteva addivenire a un sequestro e alle conseguenti rotture di scatole, feci immediatamente il collegamento con un'altra vicenda molto complessa che mi era capitata relativamente alla costruzione del complesso immobiliare denominato Crescent nella quale sono stato coinvolto, iniziata proprio con un sequestro e durata quasi dieci anni con un'assoluzione in primo e in secondo grado ma con evidenti danni economici e di immagine per me e per la mia impresa». Rainone, quindi, intimidito dalla prospettiva di finire nuovamente in quella stessa situazione, decide di accettare di far lavorare la compagna del magistrato, l'avvocato Gallevi, nelle sue imprese.

«Mi era piuttosto chiaro che la soluzione prospettatami - continua l'imprenditore - potesse essere l'unica in quel momento utile ad evitarmi guai peggiori». Rainone aveva infatti da poco ottenuto 35 milioni di finanziamento e aveva promesso in vendita ben 130 appartamenti la cui realizzazione, legata alle agevolazioni del cosiddetto «sisma bonus», e il trasferimento, dovevano essere ultimati entro il 30 giugno 2020, «...pena la perdita di circa 17 milioni di euro».

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