È caccia agli over40 ancora non vaccinati. Sono quasi 440mila gli immunizzati finora in provincia, pari a quasi il 44 per cento della popolazione residente, ma restano solo altri 40mila registrati ancora da inoculare. Per questo motivo, l'Asl indica ai diversi centri di inserire in piattaforma, direttamente sul posto, chiunque si presenti per la somministrazione del siero. Sono 69mila, invece, quelli vaccinati a Salerno città. Dopo l'avvio dell'immunizzazione al comparto turistico, a breve dovrebbero partire anche le inoculazioni nelle aziende. Sono 32, intanto, i tamponi positivi comunicati ieri dall'Unità di crisi. È covid free, finalmente, la medicina d'urgenza del Ruggi.
Non si fermano le vaccinazioni. Giunta, puntuale, la nuova fornitura di Pfizer, mentre è in programma per oggi una consegna di dosi di Johnson&Johnson. Nessun problema per AstraZeneca.
Sono 32, intanto, i tamponi positivi comunicati dall'Unità di crisi, di cui ad Angri 8, Battipaglia 4, Capaccio Paestum 1, Cava de' Tirreni 1, Contursi Terme 1, Eboli 4, Giungano 1, Mercato San Severino 1, Montecorvino Pugliano 1, Montecorvino Rovella 1, Pagani 4, Salerno 2, San Cipriano Picentino 1, Scafati 2. Con questi ultimi casi, si chiude con 3763 contagi complessivi il mese di maggio, meno della metà di quelli rilevati ad aprile, quando furono 8481 gli infettati, e quasi 10mila in meno rispetto a marzo, che si chiuse con 13940 casi totali. Passando al setaccio i numeri degli ultimi 30 giorni, è possibile notare come la riduzione sia stata costante, a testimonianza di un trend che va pian piano consolidandosi. Se nella prima settimana di maggio i casi erano stati 1352, a cui erano seguiti altri 1038 nella seconda, già dalla terza settimana si evidenzia un crollo dei contagi, che scendono a 698, fino ad arrivare ai 414 degli ultimi sette giorni, che portano la conta complessiva dei contagi dall'inizio della pandemia a 67mila 371.
È covid free, finalmente, la medicina d'urgenza del Ruggi. «Non mi sembra vero - si legge in un passaggio della missiva di Mario Memoli, medico del reparto - È la fine, spero definitiva, di questa terribile esperienza che ci ha segnato tutti. Intorno a noi solo tanta sofferenza e purtroppo anche la morte. Tanti pazienti soli ed impauriti, che spesso non potevano parlare neppure al telefono, perché bloccati dentro al casco della cPap o perché semplicemente anziani che non avevano mai imparato ad usarlo. Siamo stati per sette lunghi mesi degli astronauti blu indistinguibili. Anche questo è stato un grande insegnamento: il covid ha annullato tutte le differenze. Abbiamo cercato con un sorriso, che potevamo trasmettere solo con gli occhi, e una parola sempre pronta a dare conforto ad affrontare con coraggio la sofferenza».