Covid a Salerno: medici di famiglia
arruolati e scomparsi «Nessuno ci chiama»

Covid a Salerno: medici di famiglia arruolati e scomparsi «Nessuno ci chiama»
di Barbara Cangiano
Martedì 4 Maggio 2021, 08:29 - Ultimo agg. 19:58
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Che fine hanno fatto i medici di base? È una delle domande più frequenti dall'inizio della campagna vaccinale. E lo diventa ancora di più dopo che, ormai a oltre due mesi dall'apertura delle piattaforme destinate a pazienti fragili o allettati, le inoculazioni domiciliari restano un miraggio.

L'ultima denuncia, in ordine cronologico, arriva dal comitato Salute e Vita e dall'associazione Help, che in una nota al commissario straordinario Figliuolo, al difensore civico regionale, al sindaco e ai vertici dell'Asl, avevano segnalato una serie di disservizi, tra cui un esercito di duemila persone, per lo più grandi anziani non deambulanti, ancora in attesa. «L'Asl riesce a inoculare solo dieci vaccini al giorno e di questo passo occorreranno sei mesi per coprire tutto il bacino di utenza e solo per la prima dose - avevano sottolineato - Riteniamo sia assurdo togliere sei mesi di libertà, di tranquillità e di vita a una persona di novant'anni che ha già perso tanto tempo prezioso dopo più di un anno di pandemia».

Se non è tardata ad arrivare la risposta del capo di gabinetto Gabriele Cosimo, che ha chiesto al referente unico per la struttura commissariale Angelo D'Argenzio di individuare soluzioni, è invece ancora in attesa di risposte l'ultima nota inviata dalla Fimmg, Federazione italiana medici di famiglia ai vertici dell'Asl. Nel documento che risale a una settimana fa, precisa il presidente provinciale Francesco Benevento, «abbiamo ribadito per l'ennesima volta la nostra disponibilità a essere parte integrante della campagna vaccinale, fornendo nuovamente l'elenco di circa 130 professionisti della medicina territoriale che si sono detti pronti alla somministrazione delle dosi». I medici di base hanno poi chiesto all'Azienda di aprire un hub a loro dedicato, in modo da superare i problemi logistici «che spesso si riscontrano negli studi privati, dovuti in particolare alla carenza di spazi sufficienti per tenere in osservazione i pazienti nei quindici minuti successivi all'inoculazione». Benevento non usa toni polemici, anzi precisa che c'è grande spirito di collaborazione con l'Azienda sanitaria. Ma ad oggi ai medici che hanno iniziato le somministrazioni, sono state fornite pochissime dosi. E nei singoli distretti non si procede alla stessa velocità. «Di fatto c'è stato un accordo, ma nessun coinvolgimento.

Non ho nessun motivo di credere che ci sia stata una volontà di esclusione. Voglio invece pensare che finora non siano arrivati vaccini sufficienti. Del resto questa è una situazione che si sta verificando su scala nazionale, da Milano a Roma. I colleghi si propongono, ma non vengono chiamati, oppure vengono sfruttati meno di quelle che potrebbero essere le loro potenzialità». 

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Eppure, continua il presidente della Fimmg, l'impiego della medicina territoriale (in cui, accanto ai medici di famiglia, confluisce la continuità assistenziale e l'emergenza) comporterebbe un duplice risparmio: «Sia per quanto riguarda i tempi del triage, visto che conosciamo benissimo le patologie dei nostri assistiti, sia dal punto di vista economico». Per ogni puntura i medici di medicina generale guadagnano poco più di sei euro, a fronte degli oltre quaranta a ora dei colleghi impegnati negli hub vaccinali del territorio. Non solo. Con la collaborazione massiccia del settore, si potrebbe risolvere in tempi rapidi il problema degli allettati. «Essendo persone che visitiamo ogni mese, non vedo quale sarebbe la difficoltà di raggiungerli a casa e di vaccinarli, così come del resto si fa durante le campagne antinfluenzali», incalza Benevento. Campagne durante le quali i medici di base hanno provveduto a immunizzare circa l'ottanta per cento dei richiedenti. «Ma se non ci coinvolgono non possiamo fare nulla - ribadisce il professionista - Credo che il grosso del nostro lavoro si svolgerà durante la stagione estiva, quando arriveranno quantitativi massicci di vaccini e si potrà dunque andare avanti con celerità». 

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