Scafati, ambulanze in fila da 72 ore
e in ospedale arrivano i carabinieri

Scafati, ambulanze in fila da 72 ore e in ospedale arrivano i carabinieri
di Daniella Faiella
Lunedì 8 Marzo 2021, 08:15 - Ultimo agg. 16:04
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Anche 72 ore di attesa all'esterno del Covid hospital di Scafati (Salerno). Una fila che ha toccato fino a sette unità e il caso potrebbe finire all'attenzione dell'autorità giudiziaria. Ieri mattina i carabinieri sono ritornati al Mauro Scarlato. Per la seconda volta, dopo un primo sopralluogo avvenuto il giorno prima. I militari avevano deciso di approfondire la questione, accertando di persona quanto fossero fondate le segnalazioni che da più parti. Ieri mattina, alle 12, era ancora lì, a motori spenti, una delle ambulanze che erano state trovate in fila il giorno precedente. Ferma da ben 72 ore, con un paziente a bordo con insufficienza respiratoria. Sono i numeri che non tornano e i militari della tenenza di Scafati vogliono vederci chiaro.

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I POSTI LETTO
Perché tutte quelle ambulanze in fila per giorni? Perché i pazienti, in mancanza di posti-letto al Mauro Scarlato, non vengono dirottati in altri presidi del salernitano o di altre province? Sono le domande che i carabinieri hanno rivolto sia al responsabile del pronto soccorso, Rino Pauciulo, sia al direttore sanitario Maurizio Maria D'Ambrosio, i quali hanno confermato che al Covid hospital di Scafati da giorni non c'è più disponibilità di posti-letto, aggiungendo che spesso le stesse centrali operative del 118, competenti per singole province e deputate a verificare la disponibilità dei posti-letto negli altri presidi Covid a livello regionale, confermano l'impossibilità di autorizzare trasferimenti per ricoveri in altre strutture sanitarie per mancanza di posti-letto. «Se i carabinieri - spiega Pauciulo - andassero a fare un giro negli altri ospedali della Campania per verificare se sono davvero disponibili gli oltre 600 posti-letto di terapia intensiva e gli oltre 3000 di degenza ordinaria che l'unità di crisi regionale annuncia quotidianamente, capiremmo dove si inceppa il meccanismo.

Qualcuno dice una bugia. Non so chi sia, ma a noi non risultano quei posti-letto. Non avremmo motivo di non trasferire i pazienti se la centrale operativa del 118 ci confermasse quella disponibilità negli altri ospedali». Non sarebbe solo questo il problema. «L'unico pronto soccorso Covid in provincia di Salerno verso cui confluiscono tutte le ambulanze è quello di Scafati - aggiunge il responsabile del pronto soccorso - Questo è un grosso errore. L'ospedale di Eboli ha posti-letto Covid ma non ha il pronto soccorso Covid, Agropoli è un ospedale Covid ma il sindaco pare non abbia voluto attivare un pronto soccorso Covid per tutelare la popolazione. Un presidio Covid deve necessariamente avere il pronto soccorso per pazienti Covid».

Sulla necessità di avviare un confronto con i direttori sanitari dei presidi della zona sud dell'Asl Salerno per rendere visibili in piattaforma tutti i posti Covid disponibili del salernitano (anche di quelli che non sono provvisti di pronto soccorso Covid) allorquando viene fatta una ricerca da parte del 118, punta il sovrintendente Asl per l'emergenza Coronavirus Mario Polverino, che venerdì ha convocato un incontro al Mauro Scarlato proprio per discutere dell'emergenza posti-letto. Intanto, a Scafati, il trasferimento dell'ex reparto di lungodegenza all'ospedale di Sarno, con tutto il personale (quindici unità, tra medici ed infermieri), ha aggravato ulteriormente la situazione. Polverino ha confermato che dodici di quei posti-letto saranno riattivati, di cui sei per pazienti psichiatrici positivi. C'è poi il problema del personale. Tre dei sei rianimatori attualmente in servizio sarebbero intenzionati a chiedere il trasferimento dopo un anno in un presidio Covid.

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