Crac Alvi, 12 anni di carcere a Villani:
mezzo secolo per la famiglia

Crac Alvi, 12 anni di carcere a Villani: mezzo secolo per la famiglia
di Petronilla Carillo
Sabato 5 Febbraio 2022, 06:50 - Ultimo agg. 6 Febbraio, 08:52
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Dopo quasi dodici anni dal rinvio a giudizio, la sentenza. Tanti quanti rappresentano la condanna inflitta al principale indagato del crac Alvi, l’ex presidente Pd della Provincia di Salerno, Angelo Villani. Se per molti dei 23 imputati, quelli che non sono parte della famiglia, arriva una pioggia di assoluzioni perché il fatto non sussiste oppure non costituisce reato, la famiglia Villani è stata condannata (complessivamente) a più di mezzo secolo di carcere: esattamente, 56 anni. Molti anche i reati prescritti nel procedimento relativo al fallimento della catena della grande distribuzione alimentare della famiglia Villani. Nel giudizio, che si è concluso con la lettura del dispositivo da parte dei giudici della seconda sezione penale di Salerno, sono confluiti i cinque casi di bancarotta che hanno riguardato altrettante società collegate del gruppo Alvi. Per un buco economico complessivo che supera i 200 milioni di euro. Bisogna pra attendere qualche mese per avere le motivazioni e capire, effettivamente, la portata del fallimento pilotato. Il pm nel 2020 aveva chiesto per Angelo Villani, nove anni. Meno della condanna ricevuta. 

Dodici anni e sei mesi di reclusione per Angelo Villani, dodici anni per Antonia Villani, otto anni e sei mesi per Elisa Villani, sei anni e sei mesi per Giuseppe ed Anna Villani, cinque anni e nove mesi per Giovannina Villani, cinque anni per Sergio Gaudino, tre anni e due mesi per Luigi Stile, sei anni e sei mesi per Bartolomeo Pagano, sei anni e sei mesi per Vittorio Aliberti.

Inabilitati all’esercizio di impresa e incapaci ad esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata di dieci anni la pena aggiuntiva per Angelo ed Antonia Villani. Identico provvedimento anche a carico degli altri condannati, ciascuno per la durata della pena che gli è stata inflitta. Interdizione perpetua per tutti, cinque anni per Stile. I giudici hanno anche stabilito la restituzione di tutti i beni sotto sequestro, eccetto che per le quote della società «I prodotti del Sole» a carico di Luigi Villani e Pasquale Pecoraro, quindi dei conti sequestrati a Bartolomeo Pagano. La famiglia Villani, Gaudino, Stile, Aliberti e Pagano sono anche stati condannati al risarcimento dei danni subiti dalle curatele fallimentari costituite parte civile, ovvero: Supermercati calabresi, Al.Pa. ed Alvi da liquidarsi dinanzi al giudice civile oltre che alle spese processuali. 

Per alcuni titoli di reato sono stati assolti anche i dieci condannati per i reati residui. Assolti a pieno titolo per non aver commesso il fatto: Stefano Stile, Salvatore Laudonio. Perchè il fatto non costituisce reato: Antonio Della Monica, Gennaro Satiro. Perchè il fatto non sussiste: Francesco, Rosalia e Nicola Buonocore, Giuseppe, Amalia ed Umberto Cavallaro, Umberto Amendola, Umberto Cavallaro, Angela Buoniconti. Non è stata riconosciuta colpa, se non per la distrazione merci, per il fallimento Supermercati Calabresi, Ag Company, Casertana Discount, SuperAlvi (in questo caso oltre alla distrazione merci è stato riconosciuto ai Villani anche le immobilizzazioni materiali), Sannio Discount e Seogedat ai membri della famiglia Villani; assolto per non aver commesso il fatto Luigi Stile per Supermercati Calabresi. Molti, però, i reati prescritti.  

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