Crac Amato, raffica di assoluzioni
condanne a Del Mese e Anastasio

Crac Amato, raffica di assoluzioni condanne a Del Mese e Anastasio
di Petronilla Carillo
Sabato 22 Aprile 2017, 06:50 - Ultimo agg. 07:53
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Quindici anni di reclusione, sette condanne, 21 assoluzioni (alcuni degli imputati condannati sono stati assolti per altri capi di imputazione) e la trasmissione degli atti in Procura per le valutazioni di competenza in ordine alla posizione del ragioniere del Pastificio Amato, Luigi Anzalone, al carico del quale, nel corso del dibattimento, sarebbero emerse ipotesi di responsabilità. Si conclude così il processo a carico dei ventisei imputati coinvolti nel crac Amato e accusati di bancarotta fraudolenta. I giudici della prima sezione penale (presidente Fabio Zunica, a latere Marilena Albarano e Ginevra Piccirillo) hanno letto la sentenza pochi minuti prima delle 18 al termine di una camera di consiglio durata poco più di tre ore. Il pm Vincenzo Senatore aveva chiesto, lo scorso febbraio, ottantacinque anni di carcere per gli imputati. I giudici, invece, non hanno riconosciuto il reato di bancarotta fraudolenta ma semplice, escludendo il dolo. 
Pena dimezzata per l’ex deputato Udeur Paolo Del Mese al quale i giudici hanno inflitto quattro anni di carcere a fronte degli otto richiesti dall’accusa. «La partita è ancora aperta» ha commentato al termine dell’udienza l’ex parlamentare, assistito dagli avvocati Massimo Torre e Paolo Toscano, anticipando la sua intenzione di ricorrere in Appello. E aggiungendo di aver avuto la sua piccola vittoria con una pena dimezzata. Ricorso in Appello che è anche intenzione comune anche alla Procura di Salerno, una volta che, tra novanta giorni, verranno depositate le motivazioni. 
Tre anni di reclusione per Antonio Anastasio, anche per lui pena dimezzata rispetto alle richieste del pm. Due per Mirko Mannaro e Leonardo De Filippo; un anno e sei mesi di reclusione per Marcello Mascolo e Alfredo Delehaye del collegio dei sindaci (difesi dall’avvocato Paolo Carbone); un anno di reclusione per Pietro Vassena. Pesanti, invece, le pene accessorie: interdetti dai pubblici uffici per la durata di cinque anni i due politici, Del Mese e Anastasio; inabilitati all’esercizio di impresa commerciale e incapaci di esercitare uffici direttivi presso qualsiasi impresa Del Mese, Anastasio, Mannaro e De Filippo (per dieci anni) quindi Vassena, Mascolo e Delehaye per un anno e sei mesi. Pena sospesa (compresa quella accessoria) per Mannaro, De Filippo, Mascolo, Delehaye e Vassena. Condannati al risarcimento dei danni in favore della parte civile, la curatela della Spa rappresentata da Luigi Amendola, e al pagamento delle spese sostenute (seimila euro in totale), per tutti i condannati pur rigettando la richiesta di provvisionale avanzata dalla stessa parte civile. Assolti perché il fatto non costituisce reato Claudio Siciliotti, Roberto D’Imperio, Maurizio Pilone, Gilberto Belcore, Enrico Esposito; MassimoMenna del pastificio Garofalo e genero del cavaliere Amato, Francesco Maria Franzesi; Maria Cirillo. Assolto per non aver commesso il fatto Alfio Barbato. Assolti perché il fatto non sussiste Patrizia Beatrice, Ignazio Amato, Maria Francesca Napoli, Pietro Vassena, Emanuela Troiero, Michela Cingolini, Luciano Vignes, Paola Bisogno. Nel collegio difensivo, tra gli altri, gli avvocati Felice Lentini, Michele Tedesco, Agostino De Caro, Arianna Santacroce, Francesco Oliveto. 
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