Approda oggi in Cassazione la vicenda Crescent. È prevista per oggi la discussione del ricorso della Procura salernitana che richiede, ancora una volta, la confisca dell'edificio a mezzaluna progettato dall'architetto Bofill. I giudici della Suprema Corte dovranno confermare o meno la sentenza di assoluzione e prescrizione nei confronti dei venti imputati (tra i quali anche l'attuale governatore Vincenzo De Luca) messa al termine del giudizio d'appello che ratificò il verdetto di primo grado (assolutorio). Sentenza, quella di secondo grado, impugnata dai magistrati salernitani Rocco Alfano e Guglielmo Valenti, insieme al Pg Leonida Primicerio, che hanno evidenziato - nei motivi del ricorso - le carenze a loro avviso della sentenza d'appello, chiedendo quindi un nuovo giudizio. Innanzitutto, a parer loro, non si sarebbe avuto un reale e completo giudizio di merito avendo disposto la Corte il giudizio di inammissibilità su tanti temi posti dalla Procura. Ad esempio i giudici salernitani ritennero preclusa per i pm la «disamina di una serie di contestazioni di abuso d'ufficio, in quanto quei capi d'imputazione erano già prescritti nel corso del primo grado».
Non c'era, per i giudici, l'interesse ad impugnare, ma nel ricorso in Cassazione i magistrati insistono sull'ammissibilità ripercorrendo tutte le fasi della vicenda processuale dimostrando anche tempi diversi in cui sarebbe scattata la prescrizione. E, in ogni caso, la sanzione della confisca prescinderebbe dalla prescrizione dei reati. Per i magistrati salernitani ci si trova di fronte ad un «unico disegno che ha portato a quella trasformazione della destinazione urbanistica ed edilizia dell'area interessata in violazione degli strumenti urbanistici vigenti (lottizzazione urbanistica) per il quale anche la declaratoria di prescrizione consentirebbe ancor oggi un provvedimento di confisca dell'area illecitamente trasformata». E questo perché, si legge nel ricorso, «la confisca è uno degli effetti pregiudizievoli previsti dalla legge della lottizzazione abusiva e può essere disposta anche in presenza di prescrizione del reato». E nel processo di oggi il sostituto procuratore generale della Corte di Cassazione, Valentina Manuali, si soffermerà sull'inammissibilità (è giunta alle parti una nota sulle conclusioni che esporrà in udienza) con la richiesta di parziale accoglimento del ricorso del Pg salernitano, annullando la sentenza impugnata con rinvio ad altra corte di appello, limitatamente alla dichiarazione di inammissibilità dell'appello del pm (primo e terzo motivo del ricorso nella parte in cui è stata dichiarata l'inammissibilità dell'appello della pubblica accusa nei confronti degli imputati che non hanno rinunciato alla prescrizione) ritenendo, invece, infondati a suo parere gli altri motivi di appello. E rigettare anche il ricorso nei confronti di Bianca De Roberto (rinunciante alla prescrizione) e dichiarare inammissibili i ricorsi di Giovanni Villani e dell'associazione Italia Nostra. Ma l'ultima parola passa ai giudici di Cassazione.