Da avvocato a prof precario:
mille chilometri per lavorare

Da avvocato a prof precario: mille chilometri per lavorare
di Gianluca Sollazzo
Venerdì 4 Novembre 2022, 06:50 - Ultimo agg. 08:14
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Mille chilometri in auto nell’arco di tre giorni. Un’ancora di salvezza chiamata scuola. Una vita da prof con la valigia quella di Vito Luongo, 47 anni, con trascorsi da bidello e assistente di segreteria. Ha lavorato nei profili più disparati della scuola dopo una prima vita da avvocato laureato in giurisprudenza. La scuola come svolta esistenziale, un approdo sicuro per una nave nella tempesta della crisi e delle incertezze. Il professore Luongo macina mille chilometri di auto nell’arco di soli tre giorni. Parte il lunedì da Serre in direzione Todi, poi riscende il mercoledì notte verso casa, a sud. È docente precario ma spera di poter finalmente entrare nella scuola dalla porta principale. «Ho passato la prova scritta del concorso ordinario la scorsa estate – rivela il professor Luongo – adesso devo sostenere la prova orale, quella decisiva. Spero di poter diventare docente di ruolo». Lui, che ha conosciuto il precariato in tutti i profili lavorativi del settore scuola. Ha iniziato come supplente bidello in Emilia Romagna, tra Riccione e Rimini. Poi il lavoro in segreteria come assistente scolastico. E infine, da tre anni, professore di diritto alle scuole superiori. Insegna quest’anno alle scuole serali a Todi. 

«Sto conoscendo tanti padri di famiglia, gente che si è dedicata ai figli, molti sessantenni ed extracomunitari – racconta il professore Luogo – lavorare in cattedra per il loro successo scolastico mi entusiasma». È la storia di un supplente con trascorsi in un altro settore. La storia di un precario, figlio della crisi del settore privato e imprenditoriale, che si “riconverte” nella scuola pubblica. Partendo dal basso, proprio come ha fatto l’ex bidello diventato prof. «Sono laureato in giurisprudenza – racconta il serrese, precario a Todi - Ho lavorato come avvocato. Ho avuto un periodo di crisi. Ho deciso anche di fare anche il bidello. Ho lavorato come collaboratore scolastico in Emilia Romagna, a Rimini, dove c’erano più possibilità. Ho avuto prima due contratti come bidello. Poi mi hanno chiamato come personale amministrativo a Riccione». Dalla pulizia dei bagni, dalla sorveglianza e all’accoglienza, al lavoro di segreteria come addetto al personale. L’avvocato degli Alburni, però, non si è accontentato. Ha guardato in alto. E ha deciso di puntare al mondo dell’insegnamento. Da bidello con laurea e da ex avvocato a prof di diritto. Tutto è possibile quando c’è voglia di fare e di mettersi in discussione. «Ho fatto domanda come docente in Umbria – dice professor Vito – è da tre anni che insegno a Spoleto, prima, e Todi, quest’anno. È stato un modo per riconvertirmi, per ricollocarmi nel mondo del lavoro. La scuola non è stata una vocazione ma un’ancora di salvezza. Sono profondamente grato alla scuola. Ho insegnato al biennio delle superiori. E adesso insegno anche al serale ai 60 anni ed extracomunitari che si sono dedicati alla famiglia e che ora riprendono il percorso di formazione e studio». Un supplente con la valigia, tenace sicuramente. 

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«Lavoro adesso come supplente, ma ho superato il concorso ordinario di questa estate – dice Luongo - In attesa della prova orale che farò in Sicilia».

Poi ammette: «Le ho provate tutte – dice - Nell’ambito della scuola ho abbracciato tutte le mansioni. Ho lavorato in segreteria. Avevo altre ambizioni. Nel tempo mi sono reso conto che lavorare nella scuola è un privilegio. Faccio il pendolare – racconta – il lunedì mattina parto alle 6 e il mercoledì rientro a Salerno in nottata. Tra il lunedì e il mercoledì macino circa mille chilometri di auto pur di lavorare». Una vita del fare e di sacrifici. «Quello che guadagno – dice - lo spendo in autostrada e dormo in un ex monastero. Ma non mi dispiace. Su suggerimento di una mia amica professoressa di ruolo ho tentato la carta della scuola e ancora oggi la ringrazio. Spero di poter centrare la scommessa di entrare di ruolo e dedicare a lei questo traguardo». Il professore Luongo è pronto ancora a viaggiare. Dall’Umbria è pronto a trasferirsi in Basilicata, perchè qui ha deciso di gareggiare per la cattedra stabile. Dovrà prima sostenere la prova orale del concorso in Sicilia, regione a cui la Basilicata è accorpata per le procedure di concorso. «La valigia è sempre pronta», ammette il prof serrese. 

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