Costiera amalfitana, allarme dall'Ance: intervenire subito sui fiumi per evitare frane

L’Ance Aies Salerno ha già condotto degli studi preliminari sui bacini idrografici dei fiumi Sele, Calore e Alento

Un intervento di messa in sicurezza
Un intervento di messa in sicurezza
di Nico Casale
Sabato 10 Dicembre 2022, 06:20 - Ultimo agg. 18:15
4 Minuti di Lettura

Contro il dissesto idrogeologico, secondo l’Ance Aies Salerno è «necessario partire dalla manutenzione delle aste fluviali». I dati contenuti nel rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) sul dissesto idrogeologico 2021 in Campania offrono «un quadro a dir poco allarmante, come evidenziato dai recenti fatti di Ischia», osservano dall’Associazione dei costruttori salernitani. 

In Campania, su un totale di 550 comuni, il 93,8% è caratterizzato da aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata, pericolosità idraulica media ed erosione costiera.

Sul territorio regionale, il 20,1% della popolazione residente (1 milione 160mila 803 abitanti) vive in aree a pericolosità da frana; il 5% (287mila 560 abitanti) in aree a pericolosità da frana elevata o molto elevata. Come riportato qualche giorno fa sulle colonne di questo giornale, in provincia di Salerno, in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata vive l’8,6% della popolazione, pari a 93mila 630 abitanti; 31mila 379 sono gli edifici a rischio che rappresentano circa il 12,5% complessivo; la popolazione a rischio, residente in aree a pericolosità idraulica media è di 109mila 659 abitanti (10% della popolazione residente), mentre gli edifici a rischio sono 16mila 356 (6,5%). Per il presidente di Ance Aies Salerno, Vincenzo Russo, «il tema della tutela e della messa in sicurezza dei territori esposti al rischio idrogeologico ha sempre rivestito un’importanza straordinaria per l’Ance Aies ed è stata al centro della nostra attività». «Da anni - rammenta - abbiamo proposto di mettere in campo una politica di prevenzione, superando gli interventi di tipo emergenziale». Difatti, «già nel 2016, avanzammo una proposta in materia di riduzione rischio idraulico dei fiumi mediante interventi di finanza innovativa. Proposta quanto mai attuale, laddove le imprese di costruzioni vivono ancora la difficoltà di reperire materiali inerti». Il riferimento è al progetto “Piani di manutenzione delle aste fluviali”, che ha lo scopo primario di conservare e proteggere il territorio dal dissesto idrogeologico e che consiste nell’utilizzo dei materiali di dragaggio delle aste fluviali da realizzare mediante procedure di partenariato pubblico-privato.

L’Ance Aies Salerno ha già condotto degli studi preliminari sui bacini idrografici dei fiumi Sele, Calore e Alento. «Il recupero e l’utilizzo dei materiali inerti proveniente da tali interventi - puntualizza Russo - assolve a una duplice funzione, nell’ambito delle opere manutentive necessarie alla messa in sicurezza dei nostri fiumi». E spiega: «La prima è insita nella riprofilatura della sezione idraulica dell’alveo dei fiumi a tutto vantaggio della dinamica di deflusso delle acque nei casi di piena, mentre il secondo aspetto è prettamente legato alla fattibilità economico finanziaria dell’operazione nel suo complesso». «I nostri modelli di studio - prosegue - prevedono di commercializzare il materiale prelevato. La plusvalenza generata, oltre a garantire l’equilibrio del piano economico-finanziario, consentirebbe la possibilità di finanziare ulteriori opere destinate alla manutenzione e protezione delle aree di intervento. Inoltre, sarebbe possibile prevedere ulteriori interventi di finanza innovativa, attraverso il ripristino di impianti idroelettrici esistenti e o prevedendo la realizzazione di impianti a biomasse solide per produrre energie elettriche». «Il tutto - evidenzia Russo - seguendo le direttive europee proprio nei termini di economie circolari green per il settore delle costruzioni». Il leader dei costruttori ritiene che, «senza la programmazione di interventi strutturali sul fronte della prevenzione, la miscela esplosiva composta da fragilità idrogeologica e cambiamenti climatici, insieme al consumo di suolo e all’abusivismo edilizio, rischia di mettere regolarmente in ginocchio il Paese, rendendo perenni le emergenze».

© RIPRODUZIONE RISERVATA