Ddl Zan: vignetta omofoba su Facebook,
bufera sull'assessore alla cultura di Scafati

Ddl Zan: vignetta omofoba su Facebook, bufera sull'assessore alla cultura di Scafati
di Nicola Sposato
Mercoledì 12 Maggio 2021, 06:10 - Ultimo agg. 13 Maggio, 09:35
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Un bambino, in occasione della festa della mamma, chiede ai suoi genitori, una coppia omossessuale, a quale dei due deve fare gli auguri. Il tutto con la scritta: «Stop Ddl Zan». È la vignetta pubblicata su Facebook da Paolo Daniele Martignone, simpatizzante leghista, condivisa da Alessandro Arpaia, assessore alla Cultura del Comune di Scafati, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia e amico di lunga data del sindaco Cristoforo Salvati

Pubblicato da Alessandro Roberto Arpaia su Lunedì 10 maggio 2021

Il post di Arpaia, che di professione è medico del 118, scatena le ire del centrosinistra. «La ritenevo più intelligente» scrive un utente del social all’assessore Arpaia.

Il dado è tratto e la polemica è innescata. Michele Grimaldi, segretario cittadino del Pd capogruppo di Democratici e progressisti, attacca: «Quando leggi che l’assessore alla Cultura della tua città pubblica un post del genere, la prima reazione è di rabbia. Ma noi non siamo come loro. Il sentimento cede il passo all’umana pietà: bisogna esser tanto infelici per condividere tanto odio, tanta intolleranza e tanta violenza». Ed ancora: «Si può discutere su tutto, ma strumentalizzare i bambini è un limite che non dovrebbe mai esser varcato. Il sindaco gli ritiri la delega alla Cultura (che l’assessore non ha mai usato): una città aperta e libera come Scafati non può tollerare oltre».

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Il diretto interessato, Arpaia, replica a qualche utente su Facebook confermando il suo pensiero. Ad uno di essi scrive: «Un bambino deve crescere in una famiglia con un padre ed una madre con amore e rispetto». Interrogato sulla vicenda Alessandro Arpaia chiarisce: «Sia chiaro: io non ho nulla contro le coppie omosessuali. Quello che però confermo è che un bambino deve vivere in una famiglia formata da un padre, un uomo, ed una madre, una donna. Gli studi ci dicono infatti che nei primi anni di vita si sviluppa il complesso di Edipo: la competizione che un figlio inconsciamente nutre per il padre, dovuta alla proiezione amorosa nei confronti del genitore di sesso opposto. È una fase assolutamente normale dello sviluppo emotivo connessa all’identità sessuale. Tutto questo si stravolgerebbe e influirebbe sul bambino in una famiglia omosessuale». E sulle critiche della sinistra: «Niente dimissioni. Il mio lavoro per la Cultura è continuo. Lavoro per l’affidamento ad una associazione della biblioteca Francesco Morlicchio, polo culturale della città. Io però rimango fermo nelle mie idee e difendo il mio pensiero. Non mi faccio strumentalizzare né tantomeno manovrare da nessuno: se questo significa esser estremista sono estremista».

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