De Giovanni contestato a Salerno: «Campanilismi sull'arte un errore madornale»

Polemica dopo la lettera del consigliere Cammarota su Salerno Letteratura

Maurizio De Giovanni
Maurizio De Giovanni
di Giovanna Di Giorgio
Sabato 10 Giugno 2023, 08:20 - Ultimo agg. 11 Giugno, 12:41
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Un consigliere comunale tifoso della Salernitana. E uno scrittore napoletano tifoso della squadra campione d'Italia. Antonio Cammarota e Maurizio de Giovanni. In mezzo, la lettera indirizzata dal consigliere comunale al sindaco di Salerno, Enzo Napoli, per chiedere di «revocare ad horas» il «contributo utilizzato per il de Giovanni». Ovvero, privare Salerno letteratura Festival del contributo comunale per l'intenzione degli organizzatori, con «moneta di tutti», di ospitare lo scrittore che, a dire del consigliere, è «offensivo nei confronti della città di Salerno e dei salernitani». Se il sindaco della città di Arechi tace, a rinunciare alla partecipazione al festival è lo scrittore: «Stia pure tranquillo, avvocato. I suoi soldi non mi interessano».

Un botta e risposta che, a Salerno, non piace. Se il sindaco Napoli non si pronuncia, benché chiamato in causa, diplomatica è la posizione del presidente della commissione consiliare Sport, il socialista Rino Avella: «Al netto di questa storia, dobbiamo collaborare per avvicinare le tifoserie di Napoli e Salerno in modo che si riesca almeno ad assistere a un derby in tranquillità e sicurezza. Cerchiamo di essere propositivi, di superare le incomprensioni». Più schierato, invece, è il forzista Roberto Celano: «Un sindaco non deve permettersi di indurre a censure in cambio di un contributo per nessun motivo.

Altrimenti si alimenterebbe un precedente molto pericoloso», chiarisce. Bocciando, dunque, l'iniziativa di Cammarota. Tuttavia, non risparmia attacchi a de Giovanni: «Il post di questo pseudo intellettuale è molto spiacevole. Il contributo viene elargito per la manifestazione e non per de Giovanni». Per il consigliere, gli organizzatori avrebbero potuto «non invitare, anche per motivi di opportunità, chi ha anteposto la sua indole di capo ultras, neppure tanto intellettualmente onesta, a quella anche opinabile di bravo scrittore». E respinge le accuse dello scrittore: «Sono sconcertato nel continuare a leggere che a Salerno si siano fatti cori per il Vesuvio, cosa mai avvenuta». Insomma, per Celano de Giovanni «sta esagerando e perfino rendendosi ridicolo».

Di altro genere le posizioni nel mondo della cultura. «Per quanto possa capirlo perché, da tifoso, conosco le logiche del tifo, credo che un personaggio di un certo spessore culturale, scrittore di fama nazionale, debba rimanere fuori da certe beghe che io lascerei alle frange più estreme del tifo e anche alle dinamiche un po' più stupide del tifo», commenta il fumettista Luca Raimondo. Che boccia de Giovanni, ma non risparmia Cammarota: «Lo stesso discorso credo vada fatto per un esponente della politica: i personaggi più in vista devono dare l'esempio per elevare il livello culturale di questo Paese». Quindi, «anche la lettera di Cammarota credo sia del tutto inopportuna o almeno sbagliata nel messaggio. Che si trascenda e si vada a creare un clima di odio tra la comunità salernitana e la comunità napoletana credo sia del tutto fuori luogo». Duro anche il musicista Stefano Giuliano: «Se si creano campanilismi anche sull'arte, si fa un regresso culturale enorme. È un errore madornale. Credo che vada rispettata la persona, e tra l'altro de Giovanni ha espresso un livello qualitativo molto alto». Insomma, per Giuliano non bisognerebbe mischiare arte e tifo: «Sono tifoso della Salernitana, ma non antepongo il mio tifo per questa squadra a chi ho di fronte, anche se tifa per un'altra squadra. Altrimenti, quando vado a Napoli, in quanto salernitano devo stare attento? Secondo me è fuori luogo la richiesta di Cammarota».

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A difende senza se e senza ma de Giovanni è la scrittrice Piera Carlomagno: «Non credo che de Giovanni abbia mai espresso un giudizio negativo contro i salernitani o contro Salerno, città che frequenta da anni e dove ha tanti lettori come in tutt'Italia. Si era espresso a suo tempo sui cori di un pezzo della tifoseria della Salernitana contro il Napoli». Quindi, l'attacco: «Bisognerebbe smettere di cavalcare l'ignoranza e la superficialità. È opportuno che la politica torni a volare alto». Ironico il docente Unisa Alfonso Amendola, che definisce «un bel mix l'"affaire" tra politica, calcio, identità territoriale e letteratura». Tuttavia, «a me sembra - dice - un gioco di quelli estivi. Si estremizzano le posizioni. Si accendono rancori. Ma soprattutto si fa pubblicità. A tutti e tutto. Il grande frullatore warholiano del quarto d'ora di notorietà (per i non famosi), un discreto lancio di comunicazione (per i famosi). Soprattutto un sostanziale punto di sfogo per chi accende la polemica, per chi la subisce e per chi ingenuamente (o strategicamente) la rilancia. Tutto il resto è noia da Summertime».
 

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