Il governatore della Campania rilancia il suo terzo mandato alla guida della Regione

Vincenzo De Luca rilancia il terzo mandato: ancora qui per anni

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
Il governatore della Campania Vincenzo De Luca
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 5 Aprile 2023, 06:00 - Ultimo agg. 08:58
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Ironizza. Dissimula. In attesa che si entri davvero in campo il governatore De Luca, come è nel suo stile, punzecchia i suoi avversari dissimulando lo scenario. Il tema, ovviamente, è quello del terzo mandato. Agognato dall’ex sindaco di Salerno e osteggiato dalla segretaria nazionale del Pd che ha commissariato il partito all’indomani della sua elezione.

È il primo atto della guerra contro i «cacicchi» di Elly Schlein e De Luca, sostenitore dello sconfitto Bonaccini, è il suo bersaglio principale. Ma De Luca, abituato a andare spesso contro il suo partito, non si arrenderà facilmente, né si farà cucinare a fuoco lento. E, in attesa di incontrare Antonio Misiani, il senatore chiamato a guidare il partito campano, aspetta di avere davanti uno scenario chiaro.

Poi, è tempo di qualche giorno, potrebbe decidere di controbattere ufficialmente.

 Per ora rimane in silenzio sulle vicende del suo partito e si schernisce pubblicamente. «Stiamo facendo il nostro dovere. Se Dio vorrà, e soprattutto se la salute mi accompagna, andremo avanti a lungo. Ve lo dico subito - dice a Ercolano ieri mattina durante la cerimonia di apertura del cantiere per il rinnovo della stazione Eav -, non abbiate dubbi, staremo qui ancora per molti, molti anni... Verremo qui a inaugurare questa bellissima stazione nel 2025, nel 2026, nel 2028 o nel 2030».

Il suo è un riferimento, nemmeno tanto velato, a ricandidarsi per la terza volta alla Regione. Anche contro tutti. Chi? Non nomina il suo partito, i suoi detrattori, ma c’è una sciabolata per loro. Eccola: «Abbiamo una quantità di portaseccia con cui devo fare i conti che non avete idea, da Roma in giù per la verità». E sul faccia a faccia mancato con Misiani di due giorni fa, ai cronisti che gli chiedono se si rivedranno risponde con un calembour: «Assolutamente sì. Misiani è un bell’uomo...». Non una parola in più, quindi, da De Luca che sinora, sin dalla vittoria della Schlein al congresso nazionale del Pd, ha evitato di fare un commento sulla nuova segretaria nazionale. 

Con cui stavolta, e De Luca lo sa bene, è quasi impossibile ricucire. Non è il caso del congresso del 2019 quando non appoggiò Zingaretti ma fu abile, con l’aiuto di Nicola Oddati, a riallacciare un legame politico a doppio filo. Per ora, quindi, rimane in silenzio. In attesa anche di capire se il figlio Piero sarà riconfermato oppure no vice capogruppo alla Camera (nodo che si dovrebbe sciogliere oggi). Un modo per verificare anche se la sua area di riferimento, quella Bonaccini a trazione Base riformista, si intesterà la battaglia per la riconferma dopo aver votato per il sì all’invio di un commissario. O altrimenti sarà guerra aperta contro il suo stesso partito. Poi si vedrà sull’ipotesi del terzo mandato dove è necessario un passaggio in consiglio regionale per modificare lo Statuto. Ma tempo ve ne è in abbondanza. Le prossime regionali sono previste per il gennaio 2026 ma è allo studio da parte della maggioranza di governo una norma che accorpi il prossimo turno di amministrative e le fissi a giugno 2026. Più di tre anni, quindi. 

Prematuro, quindi, immaginare che De Luca possa correre da solo. Anzitutto perché serve una modifica (anche se qualcuno sostiene che non essendo stabilito precisamente il limite non ve ne sarebbe bisogno) che riporti, come fatto in Veneto da Zaia, il pallottoliere a zero. E i mandati partirebbero daccapo. E pure che si andasse in questa direzione il governatore ci ha abituato a corse solitarie contro il suo partito. Lo fece a Salerno scendendo in campo (e vincendo) con due civiche contro i Ds mentre nel 2015 si candidò con un Pd in parte ostile a livello nazionale. Non avrebbe timore a rifarlo, quindi. Ma è assai prematuro parlarne ora. 

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