Salerno, la rivolta di baristi e ristoratori:
«Ci ha tolto quattro giorni di incassi»

Salerno, la rivolta di baristi e ristoratori: «Ci ha tolto quattro giorni di incassi»
di Barbara Cangiano
Domenica 20 Dicembre 2020, 06:40 - Ultimo agg. 19:54
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Il giallo non si addice alla Campania. Con buona pace di baristi e ristoratori, già da giorni ai nastri di partenza. C’è chi aveva organizzato il brunch dell’anti vigilia, chi stava sponsorizzando sui social i menù per i quattro giorni di libertà. E chi, ieri mattina, ha svaligiato di buon ora i mercati, per essere pronto ad accogliere i clienti al tavolo. La doccia fredda è arrivata nel primo pomeriggio di ieri, con l’ordinanza numero 98 firmata dal presidente Vincenzo De Luca che non solo blocca le riaperture, ma di fatto costringe a chiudere già alle 11 diverse attività, a cui, da quell’ora, è impedita la vendita con asporto di alcolici e non. 

«Se ho ben capito, non potrò fare neppure un caffè – dice con amarezza Daniele Trebicka del bar Vida – Sinceramente non comprendo la logica di questo provvedimento, benché sia tra quelli che vedevano con scetticismo il liberi tutti».

Enzo Esposito del ristorante Pescheria è, come la maggior parte dei suoi colleghi, avvilito: «Abbiamo comprato 4.800 euro di pesce. Che ne faremo adesso? Eravamo pieni, i clienti avevano prenotato tutti i tavoli fino a mercoledì. De Luca avrebbe potuto diramare la sua ordinanza di buon mattino, evitandoci ulteriori debiti. È stata una grave mancanza di rispetto nei confronti di un settore moribondo». Anche Enzo Bove era pronto ad alzare la saracinesca dei suoi ristoranti, «ma con il freno a mano tirato, perché mi aspettavo un dietrofront. Da imprenditore sono sconfortato, da cittadino dico che non possiamo fare altro che adeguarci». 

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L’Aisp, associazione imprese Salerno e provincia, «sta valutando la possibilità di intraprendere un’azione legale contro questa ordinanza», annuncia Flavio Sessa e il vice presidente Donato Giudice ammette che in tanti sono pronti a sfidare i divieti. Emilio Manzi della pizzeria il Duca è tranchant: «Qui ci vuole una visita psichiatrica», mentre Felice Dello Buono, direttore del bar Tiffany, non riesce a riprendersi dallo choc. «Sono senza parole – dice – Abbiamo diciotto dipendenti e siamo rovinati. Entro il 31 devo recuperare 5mila euro per pagare le bollette della luce e ho 20mila euro di fitti arretrati». Da ieri pomeriggio i telefoni della Confesercenti sono roventi: «La situazione è tesa, anzi fuori controllo – denuncia Pasquale Giglio – Purtroppo De Luca va avanti come un carrarmato». Il commissario regionale e il direttore generale di Confcommercio, Giacomo Errico e Pasquale Russo, hanno chiesto l’intervento del prefetto per uniformare la Campania al resto d’Italia, temendo «un’ondata di reazioni incontrollabili». A Napoli i ristoratori sono già scesi in piazza, a Salerno l’invito alla “rivoluzione” per ora si moltiplica solo sui profili facebook. Su tutte le furie anche gli aderenti all’Acs, associazione commercianti per Salerno: «Per molti quei quattro giorni rappresentavano una boccata di ossigeno», chiarisce Armando Pistolese. È il caso di Pietro De Chiara del Deli cafè: «Mi arrendo, non so come fare». Drago Mir del Mood cerca di farsene una ragione: «De Luca evidentemente conosce bene il territorio e sa che la situazione sarebbe degenerata». Il divieto di consumare cibi e bevande nelle aree pubbliche, taglia le gambe anche a chi cercava di sopravvivere con cornetti e gelati: «Meglio chiudere se poi devo rischiare di prendere una sanzione», sbotta Maria Santoro.

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