Da vittime d’estorsione al rischio di essere indagati per falsa testimonianza. È l’altra faccia del processo dell’Antimafia Criniera, concluso pochi giorni fa con una raffica di assoluzioni per oltre 40 imputati e la caduta di accuse quali estorsione, associazione di stampo mafioso e traffico di droga. Le ulteriori decisioni prese dal collegio riguardano, infatti, la trasmissione degli atti alla Procura per valutare l’accusa di falsa testimonianza dopo le deposizioni di quattro persone, vittime di presunte estorsioni, le cui imputazioni sono cadute con contestuale assoluzione.
Sono storie che hanno sullo sfondo il clan di Pagani, la cui esistenza non è stata dimostrata, dove sodali o soggetti ritenuti vicini, entravano spavaldi in negozi e attività commerciali per pretendere soldi e altri beni senza pagare.
Tra le storie c’era anche quella del titolare di una cooperativa di parcheggiatori di Pagani. Anche lui parlò di intimidazioni e minacce, affinché lasciasse la cooperativa a favore di uomini del clan Fezza-D’Auria Petrosino.