Denunciò di essere stato minacciato di morte, poi aggredito e picchiato con calci e pugni. Secondo le accuse, avrebbe dovuto consegnare 10mila euro, denaro a sua volta legato ad un’indennità di disoccupazione. Durante il dibattimento, tuttavia, la difesa ha fatto emergere diverse contraddizioni nel suo racconto. Il tribunale di Nocera Inferiore ha assolto tre persone, Pasquale Avallone, Alfonso Manzella e Salvatore Pecoraro, dal reato di tentata estorsione.
I fatti vanno dal 2013 al 2014.
La difesa - avvocati Andrea Vagito, Silvio Calabrese e Bonaventura Carrara - ha fatto emergere, invece, diverse contraddizioni nel racconto del commerciante, rispetto a quanto dichiarò ai carabinieri in fase d’indagine. Toccherà attendere le motivazioni del tribunale per capire il ragionamento dei giudici. L’uomo, secondo le contestazioni del collegio difensivo, avrebbe più volte modificato la sua versione, negando e poi confermando ad esempio di conoscere uno degli imputati. Negò poi di essere cosciente di essere stato assunto presso quella ditta, in contrasto con gli elementi che riferivano di un accordo tra quest’ultimo e il titolare a dividersi la disoccupazione. Che altro non erano che i soldi che uno degli imputati aveva preteso. Inoltre, grazie ad una perizia calligrafica, è stato dimostrato come la lettera minatoria giunta alla vittima era stata scritta dalla stessa parte offesa. I giudici hanno deciso per l’assoluzione, facendo cadere l’ipotesi accusatoria.