Detenuta a Fuorni, ok dei giudici al cambio di sesso

La sentenza ha autorizzato anche i trattamenti medico chirurgici

Detenuta a Fuorni, ok dei giudici al cambio di sesso
di Angela Trocini
Giovedì 9 Febbraio 2023, 06:50 - Ultimo agg. 07:20
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Si chiamerà Angelo una detenuta attualmente rinchiusa nella casa circondariale di Salerno. I giudici del Tribunale Napoli nord (la competenza giudiziaria si radica nel territorio in cui è residente il richiedente) hanno accolto la sua richiesta disponendo di rettificare il nome e l’attribuzione del sesso da femminile a maschile e ordinando all’ufficiale dello stato civile di procedere a tale rettifica su tutti i documenti anagrafici e in ogni atto di stato civile.

La sentenza ha autorizzato anche ai trattamenti medico chirurgici per l’adeguamento dei caratteri sessuali da femminili a maschili (come, ad esempio, l’eliminazione del seno mediante mastectomia bilaterale sottocutanea).

Sentita in udienza, la detenuta (rappresentata e difesa dall’avvocatessa Mariagrazia Rosamilia) ha dichiarato di aver già fatto il percorso psicologico per il cambio di sesso e per assumere la muova identità sessuale: un percorso attivato quando era nella casa circondariale di Pozzuoli, assumendo testosterone una volta al mese come prescritto dal medico endocrinologo del policlinico Federico II. E il racconto, davanti ai giudici, continua:

«Sin da piccolo mi sono sempre sentito un bambino ed oggi sono convintissimo della scelta di cambiare sesso perché mi sento uomo e lo voglio essere a tutti gli effetti. Anche i miei familiari mi appoggiano in questa scelta». Circostanza che si era acuita nell’adolescenza percependo una diversa appartenenza sessuale anche a livello inconscio fra la propria identità fisica e quella psichica.

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Per gli stessi giudici la documentazione sanitaria prodotta è «ampiamente esaustiva: le circostanze esposte, corredate da adeguata documentazione, e la relazione psicologica prodotta attestano che la ricorrente ha seguito e sta seguendo un percorso di transizione con terapia ormonale ed è affetto da una disforia di identità di genere che può essere superata solo con la transizione sessuale e visto il tempo intercorso durante il quale la ricorrente si è sottoposta ai piani terapeutici e la stabilità con cui si sottopone stabilmente al trattamento ormonale sostitutivo, emerge una ferma volontà di arrivare alla rettifica dei propri dati personali.
E secondo quanto confermato dalla stessa il trattamento ormonale ha conferito una maggiore benessere psicofisico, consolidando la percezione di sè maschile, considerata stabile, integrata ed irreversibile». I giudici, nella medesima sentenza, hanno anche dichiarato lo scioglimento dell’unione civile risalente al 2018 (richiesta dalla ricorrente e accettata anche dalla controporte) «essendo venuta meno ogni comunione materiale e spirituale».

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