Concorso in omicidio preterintenzionale. È questo il titolo di reato per il quale i due agenti della polizia penitenziaria, coinvolti della lite con il detenuto poi deceduto per infarto, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla procura di Salerno. Un atto dovuto per consentire anche a loro di nominare dei tecnici per gli accertamenti medici irrepetibili, ovvero per l’autopsia sul corpo di Vittorio Fruttaldo il 36enne di Aversa morto martedì dopo una colluttazione con gli agenti, andati nella sua cella, nella sesta sezione, per recuperare gli oggetti personali del suo ex compagno trasferito. I due agenti, ricordiamo, hanno riportato uno dieci giorni di prognosi, l’altro ventuno.
Sulla questione interviene ora il Sappe, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria.
Vittorio Fruttaldo, il detenuto deceduto per infarto e per il quale la procura ha disposto un esame autoptico, doveva espiare un ultimo residuo di pena per lesioni personali e rapina. Era in carcere perché, ufficialmente, ritenuto un senza fissa dimora. Ed era malato. Aveva problemi di tipo pschiatrico tanto che, proprio quel giorno, il suo compagno di cella aveva chiesto ed ottenuto il trasferimento perché non riusciva più a tollerare le sue condizioni e il suo modo di fare. Secondo quanto riferito dalle autorità del carcere, pare che da tempo si rifiutava anche di parlare con il suo avvocato difensore. In passato era stato ricoverato nella sezione psichiatrica del carcere di Fuorni ma da qualche tempo si trovava nella sesta sezione ordinaria piantonato. Quando gli agenti sono entrati per prendere gli effetti personali dell’altro detenuto trasferito di cella, c’è stata una lite con colluttazione: gli agenti sono rimasti feriti e lui è deceduto per infarto. Le riprese delle telecamere di sicurezza riprendono soltanto l’ingresso degli agenti in cella. Tutto, dunque, è da ricostruzione e un importante contributo sarà dato proprio dall’autopsia.