Detenuto morto suicida in carcere:
«Rischio fu sottovalutato»

Detenuto morto suicida in carcere: «Rischio fu sottovalutato»
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 1 Giugno 2022, 16:21
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Ci sarebbero responsabilità sul piano civile per il caso di un detenuto di Sarno, suicida in carcere, dopo il deposito delle motivazioni della doppia assoluzione per un medico e una guardia penitenziaria. Le emergenze processuali raccolte evidenziano «una rilevante sottovalutazione del rischio» per il suicidio nel carcere di Secondigliano del detenuto. Così scrive il giudice del Tribunale monocratico di Napoli, oltre la responsabilità penale non ravvisata per i due imputati, assolti «in relazione all’individuazione di una responsabilità civile nella condotta dell’ospedale penitenziario ove lo stesso era stato internato, che non aveva controllato e seguito adeguatamente un soggetto malato e incapace, sottoposto alla grande sorveglianza come evidenziato a dicembre 2012, all’atto del trasferimento da Aversa, affidato per questo a cure specifiche, con lui che si era procurato danni tanto gravi da condurlo alla morte». 

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I due imputati in servizio nel carcere di Secondigliano, un medico e una guardia penitenziaria erano stati assolti dall’accusa di omicidio colposo per la morte dell'uomo, suicida in cella il 19 giugno del 2013.

L'episodio avvenne nell'ospedale psichiatrico giudiziario dov’era ricoverato, dopo una precedente permanenza nella casa di cura Villa Chiarugi a Nocera Inferiore e prima ancora presso l’ospedale psichiatrico di Aversa, con numerose segnalazioni per eventi critici, in particolare aggressioni, danneggiamenti, resistenza e ferimenti, con documentati atti di auto ed eterolesionismo. L’attuale assoluzione, pur escludendo responsabilità per i due imputati, con il rispetto riscontrato di protocolli e consegne nel corso della vicenda nell’ambito degli interventi in fase di emergenza, al momento della scoperta del suicidio, con tentativi di rianimazione, apre un nuovo scenario sulla responsabilità civile riguardo il trattamento del paziente-detenuto.

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