Devastazione e saccheggio nel Salernitano, scacco a una gang di 9 giovani appena maggiorenni

Devastazione e saccheggio nel Salernitano, scacco a una gang di 9 giovani appena maggiorenni
Martedì 16 Gennaio 2018, 08:27 - Ultimo agg. 15:12
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Nove giovanissimi appena maggiorenni sono stati arrestati e posti ai domiciliari con l'accusa di far parte di una gang dedita alla devastazione e al saccheggio. I nove sono stati arrestati dai Carabinieri di Salerno, in collaborazione con la Polizia e la Guardia di Finanza, a San Marzano sul Sarno e Pagani. Il provvedimento, nel quale si ipotizzano le accuse di devastazione e saccheggio in concorso, è stato emesso dal Gip del tribunale di Salerno.

In una sola notte, tra il 10 e l'11 ottobre scorsi, a bordo di due automobili, hanno sparato con le loro armi ad aria compressa contro almeno 60 vetture parcheggiate in strada, a Salerno, mandando in frantumi lunotti e finestrini: gli autori del raid, sono nove ragazzi, tutti appena maggiorenni, a cui Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia hanno notificato, stamattina, tra San Marzano sul Sarno e Pagani, altrettante misure cautelari (arresti domiciliari) con l'accusa di devastazione e saccheggio.

 

Le scorribande dei gang sono state registrate dai sistemi di videosorveglianza: in un video, diffuso dai carabinieri di Salerno, le immagini del raid che, secondo le forze dell'ordine, dovrebbero avere causato danni a molte più automobili visto che il numero dei veicoli coinvolti è stato ricostruito esclusivamente in base alle denunce presentate. I nove sono entrati in azione nel centro di Salerno, nel tratto che va da via generale Clark a via Benedetto Croce. Nel corso dell'attività investigativa, svolta anche grazie al contributo della Sezione Telematica del raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche di Roma, sono stati raccolti concreti elementi di responsabilità nei confronti degli autori. Nel corso delle perquisizioni locali, sono state sequestrate le due pistole ad aria compressa utilizzate nei raid e il relativo munizionamento. 

«Ragazzi di provincia che la sera, davanti un bar, invece di decidere di andare a mangiarsi una pizza, preferivano organizzare raid per sfasciare auto, per divertimento e gratificazione»: così il procuratore aggiunto di Salerno, Luigi Cannavale, ha commentato l'arresto dei nove giovanissimi salernitani, finiti ai domiciliari con l'accusa di far parte di una gang dedita alla devastazione e al saccheggio. «La gang di giovani - poco più che maggiorenni - avevano creato una chat WhatsApp denominata
'o sistema dove parlavano dei loro comportamenti vandalici.
Anche le icone della chat - aggiunge Cannavale - erano emblematiche in quanto rappresentavano catene, bare e altri simboli del genere». Secondo il magistrato il numero delle autovetture, probabilmente, è superiore alle 150 (rispetto alle 60 accertate), ma non ve ne è traccia in quanto i proprietari non hanno neanche presentato denuncia o per danno non ingente o perché assicurati. «Sapendo di essere investigati, - ha detto ancora Cannavale - questi giovani hanno posto un freno a quella che poteva diventare una escalation. Acquisendo i telefoni, abbiamo avuto modo di constatare che i soggetti avevano questa chat. Un dato che mi preme sottolineare è che vi erano altri membri di questa chat, sempre maggiorenni, i quali hanno avuto la forza morale di dissociarsi immediatamente dal gruppo criminale e, sentiti a sommarie informazioni, ci hanno precisato che i giovani erano soggetti di alta pericolosità che stavano già programmando altri atti violenti nei confronti di altri soggetti». Risulta che otto di loro non avessero un lavoro, solo uno faceva l'operaio. Secondo il procuratore della Repubblica di Salerno, Corrado Lembo si tratta di «giovani resisi responsabili del delitto di devastazione, reato gravissimo che comporta una pena molto severa perché non è semplice danneggiamento. Si dedicavano a scorribande per tutto il centro cittadino, producendo, senza alcun motivo specifico, danni a un gran numero di cittadini, turbando il senso di tranquillità e sicurezza della comunità. È un fatto di notevole gravità che è stato sanzionato con i domiciliari. Abbiamo dato un segnale immediato non solo a questi giovani, ma alla nostra comunità per dimostrare che forze dell'ordine e magistratura ci sono». 
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