Caccia a Fukushima: non si trova
e il processo viene rinviato

Caccia a Fukushima: non si trova e il processo viene rinviato
di Petronilla Carillo
Mercoledì 6 Marzo 2019, 06:20 - Ultimo agg. 08:05
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Udienza Fukushima, ennesimo rinvio. Il guru della neurochirurgia mondiale è irrintracciabile. Per l’ufficio di cancelleria del gip di Salerno la cosa più difficile sembrerebbe proprio notificare a Takanori Fukushima la convocazione per discutere la richiesta di opposizione all’archiviazione della propria posizione in merito all’inchiesta che ha travolto il reparto di Neurochirurgia dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona e portato all’arresto - tra gli altri indagati - di uno dei suoi pupilli, il primario Luciano Brigante. E così ieri il gup Maria Zambrano non ha potuto far altro che rinviare ancora l’udienza. 

Era il 2016 quando la bufera giudiziaria travolge il primario del reparto di neurochirurgia del Ruggi, accusato tra l’altro di aver preso mazzette dai propri pazienti per forzare le liste d’attesa. Nell’inchiesta, oltre alla caposala del reparto e ad un altro medico, viene coinvolto anche Takanori Fukushima, il guru della Neurochirurgia che spesso veniva a Salerno per eseguire degli interventi. Anche senza autorizzazione, a scopo didattico. Almeno ufficialmente. In concreto, invece, veniva ad operare pazienti che il suo braccio destra toscano, Gaetano Liberti, dirottava su Salerno. Al San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, il suo pupillo, Luciano Brigante, era sempre stato molto chiacchierato per quella «abitudine» a chiedere soldi ai propri pazienti facendo leva soprattutto sulle loro labili condizioni psicologiche. In pratica, la maggior parte dei pazienti era condannata a morte certa, e Brigante con la sua esperienza e il suo curriculum li convinceva a sborsare anche ventimila euro per essere operati da lui con la supervisione di Fukushima. 
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