Medico grave dopo l'intervento:
«Diagnosi tardiva, ecco gli errori»

Medico grave dopo l'intervento: «Diagnosi tardiva, ecco gli errori»
di Viviana De Vita
Venerdì 21 Giugno 2019, 06:25 - Ultimo agg. 06:31
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Una peritonite da perforazione intestinale diagnosticata troppo tardi e un successivo choc settico in seguito al quale, in maniera «avventata», non è stato disposto il trasferimento del paziente in ospedale. Sono svariate le responsabilità individuate a carico dei sanitari della clinica Tortorella, dal pool di periti nominati dalla Procura, per fare luce sulla drammatica vicenda sanitaria che ha visto protagonista il medico legale Antonello Crisci ricoverato lo scorso luglio nella nota clinica salernitana per un banale intervento alla colecisti e finito poi in Rianimazione in condizioni gravissime. 

I consulenti del pubblico ministero Maria Benincasa, in 164 pagine, sintetizzano l’intera vicenda del professore Crisci dal ricovero del 30 luglio scorso fino all’intervento chirurgico e alle successive complicanze che ne hanno determinato un quadro patologico drammatico caratterizzato da una «menomazione neurologica» con «un’evidente perdita di autonomia nell’espletamento di tutti gli atti della vita quotidiana». Si parte da quell’intervento di colecistectomia che, a parere dei periti, nel caso di Crisci, affetto da «calcolosi asintomatica della colecisti», non era indicato» a causa dello «sbilanciamento sussistente i tra i rischi e i benefici potenziali» e non doveva essere effettuato in laparoscopia poiché il paziente «non presentava condizioni cliniche ed anatomiche locali tali» da configurare l’intervento in quella modalità. Proprio nel corso dell’intervento sarebbe maturato quello che i periti definiscono un «errore commissivo prevedibile», «riconducibile ad una condotta incongrua del chirurgo» che provocò una perforazione con conseguente peritonite. 
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