Discriminato perché gay, Arci e Cgil
dialogano con il Ruggi: mai autorizzati

Discriminato perché gay, Arci e Cgil dialogano con il Ruggi: mai autorizzati
di Petronilla Carillo
Mercoledì 7 Settembre 2022, 06:35 - Ultimo agg. 07:21
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Dopo la denuncia dalle pagine de Il Mattino dell’infermiere discriminato perché omossesuale, l’Arcigay Salerno e la Fp Cgil Salerno, in una nota congiunta comunicano di aver avuto, nella mattinata di ieri, un incontro con la direzione generale dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona. «Il confronto è frutto della convocazione pervenuta dall’Azienda a seguito delle sollecitazioni pervenute dalle due organizzazioni, a partire dalla denuncia di presunta omofobia ai danni di un dipendente dell’Azienda Ospedaliera. Arcigay Salerno e Fp Cgil Salerno, rappresentati rispettivamente da Francesco Napoli e Antonio Capezzuto, in attesa delle determinazioni della magistratura sull’esito delle indagini in corso, hanno sollecitato la direzione generale sull’urgenza di una netta e chiara presa di posizione dell’Azienda sul tema delle discriminazioni sessuali», si legge nella nota. Ma G.S., il dipendente in questione, non ci sta. «Ho ripetutamente chiesto aiuto sia al sindacato che all’Arcigay - dice l’infermiere - ma non ho mai avuto alcuna risposta in merito. Ora si incontrano con la direzione sanitaria, alla quale io stesso ho più volte richiesto un incontro anche perché i miei dirigenti avevano avviato un procedimento amministrativo contro di me poi sospeso, e discutono a mia insaputa delle discriminazioni che ho subito. Devo apprendere tutto ciò da una nota stampa. Non credo che sia un comportamento corretto: non ho autorizzato nessuno a parlare del mio caso».

Nel corso dell’incontro, si legge nella nota stampa delle due organizzazioni, «sono state richieste azioni concrete di formazione, informazione e sensibilizzazione del personale dirigente e di comparto, dell’intera comunità ospedaliera, sui temi del contrasto alle discriminazioni fondate sull’identità di genere e orientamento sessuale.

La direzione generale si è impegnata a mettere in campo tutte le procedure necessarie a migliorare la qualità di vita delle e dei dipendenti con particolare riferimento alle persone lgbtqia+». «Come è evidente dai passaggi formali che stiamo facendo in queste settimane, Arcigay Salerno insieme a Fp Cgil Salerno sono pienamente operative a presidio della vicenda che tutte e tutti abbiamo appreso. Siamo stati molto netti con la dirigenza dell’Azienda Ospedaliera – comunicano Francesco Napoli e Antonio Capezzuto – da un lato nel sottolineare un silenzio imbarazzante sulla vicenda che non abbiamo gradito e dall’altro nel chiedere una presa di posizione chiara sulla questione, sottolineando la necessità che, prescindendo dall’attività giudiziaria in corso, è necessaria una risposta fattiva sul tema del contrasto alle discriminazioni fondate su orientamento sessuale e identità di genere. Abbiamo chiesto nuovamente che il CUG (Comitato unico di garanzia mai istituito, ndr) sia operativo e che si occupi di questi temi, offrendo spazi e strumenti concreti al personale ed alla comunità ospedaliera». 

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«Dovevano farlo prima - replica G.S. - ho scritto a tutte le associazioni e forze politiche e non ho avuto risposta da nessuno, neanche dall’onorevole Alessandro Zan. Questa è una battaglia solitaria che conduco con l’unico sostegno del mio avvocato. Giovedì (domandi, per chi legge) ho la visita all’Inps perché ora sono in malattia per un infortunio ma con quale spirito rientro? Mi hanno consigliato di cambiare reparto, dopo le pressioni della caposala e gli sfottò del primario: ma perché devo essere io ad andare via?». Intanto, nella nota, Arcigay e Fp Cgil anticipano la convocazione di un’altra riunione con la direzione del Ruggi per il prossimo 19 settembre «per sancire la volontà di una stretta e continuativa collaborazione, per costruire insieme percorsi di informazione e formazione sui temi in oggetto e di costruire insieme momenti di sensibilizzazione sui temi del contrasto alle discriminazioni, dell’inclusione e delle uguaglianze. Ribadiamo la nostra disponibilità a partecipare, costruire insieme ed accompagnare l’Azienda Ospedaliera, il personale e la comunità del San Leonardo ad una gestione ed organizzazione dei servizi sempre più inclusive». Al momento, però, l’infermiere discriminato non ha avuto nessun contatto con le due organizzazioni. 

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