La felicità di Gerardo: dopo trent’anni
ha ritrovato padre e fratelli biologici

La felicità di Gerardo: dopo trent’anni ha ritrovato padre e fratelli biologici
di Viviana De Vita
Lunedì 8 Novembre 2021, 06:10 - Ultimo agg. 15:26
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Ha vissuto per trent’anni pensando di essere stato abbandonato da chi lo aveva messo al mondo. Ritrovando la sua famiglia biologica ha finalmente superato quel trauma scoprendo che i suoi genitori naturali non solo non avrebbero mai voluto separarsi da lui ma, addirittura, non hanno mai lasciato la loro vecchia abitazione ad Albanella nella speranza che un giorno i loro figli, ben cinque e dati tutti in adozione dal tribunale per i minorenni, potessero tornare a casa. È una felicità contagiosa quella di Gerardo Sessa, il giovane che, riconosciuto alla nascita ma adottato a un anno da una famiglia di Angri, solo ora grazie alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”, è riuscito a ritrovare il padre e tre dei quattro fratelli scoprendo pure di essere zio.

Trent’anni, un sorriso disarmante e una carrozzina che non gli impedisce di sentirsi «un ragazzo normale», Gerardo tra i tanti doni che possiede ha certamente quello dell’umorismo. «Io e la mia tata Vera abbiamo fatto tutto “aumm aumm” senza coinvolgere inizialmente nelle ricerche della mia famiglia d’origine Bartolomeo, il mio padre adottivo. Le emozioni nell’aver ritrovato papà e tre dei miei quattro fratelli - afferma - sono tante; variegate come un gelato. Gioia ma anche rabbia nel ripensare a tutto quello che ho perso: avrei voluto muovermi prima, il mio rammarico più grande è quello di non aver fatto in tempo a ritrovare Angela, la mia madre biologica scomparsa solo pochi giorni prima del mio appello alla trasmissione di Rai Tre. Avrei semplicemente voluto dirle grazie per avermi donato la vita». Il pensiero di Gerardo corre poi a Giuseppina, quella madre adottiva che dopo avergli donato tanto amore ha perso quando aveva soli 15 anni. La malinconia, però, dura solo un attimo: è poi nuovamente la gioia a scavalcare la tristezza. «Posso ritenermi fortunato, ho due madri in cielo e una in terra: Vera, la mia tata che mi ama anche lei come un figlio. Ora aspettiamo solo che anche l’ultimo fratello si faccia vivo così l’intera famiglia sarà ricomposta e trascorreremo per la prima volta il Natale tutti insieme». La storia di Gerardo ha commosso davvero tutta l’Italia. È il 9 giugno scorso quando il ragazzo, incoraggiato dalla sua tata Vera, offre un bel mazzo di fiori alla conduttrice di “Chi l’ha visto” Federica Sciarelli, chiedendole di aiutarlo a ricomporre il puzzle della sua vita ritrovando i tasselli mancanti.

Così, mentre Rai Tre trasmette l’appello del giovane, qualcuno, dall’altra parte dello schermo, riconosce in quel volto un’inquietante somiglianza. 

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È Romina Coviello, una giovane donna di Albanella, a intuire nei tratti somatici del ragazzo un legame di parentela con il figlio adottivo di una sua parente. Si arriva così ad Antonio, il secondogenito di mamma Angela e papà Claudio. Ed è proprio la mamma adottiva di Antonio, la signora Raffaella, la chiave di volta in questa storia conclusasi con la riunione di quasi tutta la famiglia. La donna, infatti, conosceva benissimo la madre naturale di Gerardo e custodiva un elenco, datogli proprio da Angela, con i nomi e le date di nascita di ogni suo figlio. Raffaella, inoltre, ha sempre saputo dell’esistenza di Donato, il primogenito e l’unico dei cinque fratelli a non aver reciso i legami con la famiglia di origine essendo stato affidato dal tribunale ai nonni. Così Gerardo dopo aver riabbracciato Antonio, riesce a ritrovare anche Donato che vive con suo padre. Infine si fa vivo pure Gianluca, il terzo fratello. «Le emozioni - afferma Gerardo - non si possono raccontare, bisogna solo viverle: ora io e i miei fratelli siamo ansiosi di conoscere anche Luigi, l’unico che ancora manca all’appello. La mia gioia più grande è quella di sapere che i miei genitori non avrebbero mai voluto abbandonarmi».

È infatti questo l’aspetto più inquietante dell’intera vicenda confluita in un fascicolo approdato sulla scrivania del tribunale per i minorenni che, attraverso cinque distinti procedimenti, ha ritenuto di revocare la responsabilità genitoriale a carico di entrambi i genitori privati, nel giro di dieci anni, di tutti i figli che mettevano al mondo senza che mai i servizi sociali, d’intesa con la Procura, attuassero interventi risolutivi per aiutare quella coppia ritenuta incapace di prendersi cura della prole. Il sogno di Gerardo di conoscere la propria famiglia d’origine ha potuto realizzarsi in seguito alla sentenza 1946/2017 delle sezioni unite della Cassazione che ha definitivamente sancito il diritto, da parte dei figli adottivi, di conoscere le proprie origini biologiche accedendo alle informazioni concernenti non solo l’identità dei propri genitori naturali, ma anche quella di sorelle e fratelli. 

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