La Procura di Potenza ha chiesto di archiviare la posizione di Antonio Capasso, indagato per l’istigazione al suicidio della sua fidanzata Dora Lagreca, la ragazza di 30 anni originaria di Montesano sulla Marcellana deceduta il 9 ottobre del 2021 dopo un volo dal quarto piano. Il legale della famiglia, l’avvocato Renivaldo Lagreca, ha già presentato opposizione all’archiviazione e la decisione arriverà il 18 di maggio.
Dora Lagreca, dipendente di una scuola e appassionata estetista, morì in un fredda notte in seguito al volo di una decine di metri dal terrazzino della casa in affitto nella quale viveva con il fidanzato, in via di Giura a Potenza. I due erano rientrati da una serata insieme e - stando a quanto raccontato dal trentenne fidanzato residente a Potenza -, Dora si sarebbe lanciata al culmine di un litigio.
La famiglia di Dora Lagreca, al di là dell’interrogatorio e delle dichiarazioni del fidanzato, vuole però che siano chiariti diversi punti della vicenda ed è contraria all’opposizione. «Non finisce qui, questo è certo. La giustizia deve ancora arrivare. Si sa che ha il passo lento ma chi dovrà pagare pagherà come dico da ormai 18 mesi. Noi non ci fermeremo mai», ha scritto la sorella di Dora, Michela. Inoltre i familiari hanno sempre rimarcato che Capasso pur conoscendoli, e pur se è stato a casa loro durante il fidanzamento, non si è fatto mai sentire dopo la morte di Dora. «Mi disse “Dora è caduta” subito dopo il dramma e poi non mi ha più risposto», ha riferito Michela Lagreca. In un documento di 21 pagine, l’avvocato della famiglia ha quindi chiesto al gip di disporre ulteriori accertamenti. «I genitori e la sorella di Dora ribadiscono che non si è suicidata e vogliono conoscere le effettive cause della morta. Esclusa l’ipotesi del suicidio l’evento morte - ha rimarcato l’avvocato - può essere conseguenza solo di fatto incidentale o volontario. Eppure l’intera indagine sin dagli esordi ha dato una certa opinione tutt’altra che dimostrata: il suicidio. Anche il tenore delle domande svolte dalla polizia giudiziaria rende conferma di tale evidenza. Un “preconcetto indiziario” ha indotto - ha denunciato il legale - la polizia giudiziaria a consentire al fidanzato e alla sua mamma di accedere nell’appartamento la sera stessa dell’evento con timore di contaminazione del teatro degli eventi». Secondo l’avvocato Renivaldo Lagreca questo «preconcetto» ha portato a diversi errori nel corso degli accertamenti.
Nell’opposizione sono numerosi i punti esaminati dal legale. Ovviamente anche le dichiarazioni di Capasso. «Sono quattro versioni diverse, non lineari e coerenti. Occorre sottolineare anche è certo che in casa Dora e il fidanzato sono stati un’ora ma le dichiarazioni sono laconiche ed evasive fino a raggiungere l’inesistenza». Il legale ripercorre anche la vicenda dell’unghia di Dora ritrovata sull’appartamento che sarebbe caduta in seguito a uno schiaffo che la ragazza avrebbe dato al fidanzato, episodio «raccontato solo dopo da Capasso», ha scritto l’avvocato. I dubbi del legale e dei familiari della 30enne sono numerosi anche sulla dinamica dell’evento («si disponga perizia fisico-balistica»), sia su alcune tracce sul corpo di Dora («ci sono segni, lesioni ed ecchimosi che devono essere spiegate»).